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Al bel dominio accreſcera coſtui
Reggio giocòdo e Modona feroce
Tal fará il ſuo valor: che Signor lui
Domanderanno i populi a vna voce,
Vedi Azzo feſto vn de ſigliuoli ſui
Confalonier de la Chriſtiana croce,
Haura il Ducato d’ Andria con la ſiglia
De) fecondo Re Carlo di Siciglia.
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Vedi in vn bello & amicheuol groppo
De li Principi illuſtri leccellenza
Obizo: Aldrobandin: Nicolo Zoppo:
Alberto d’amor pieno e di clemenza,
10 tacerò per non tenerti troppo
Come al bel regno aggiugerá Faueza:
E co maggior fermezza Adria ch valſe
Da ſé nomar l’indomite acque falſe,
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Come la terra il cui produr di roſe
Le die piaceuol nome in Greche voci
E la Citta ch’in mezo alle piſcoſe
Paludi: del Po teme ambe le ſoci
Doue habitan le genti diſioſe
Ch’ el mar ſi turbi, e ſieno i venti atroci
Taccio d’Argenta di Lugo: e di mille
Altre cartella: e populoſe ville.
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Ve Nicolo che tenero fanciullo
11 popul crea Signor de la ſua terra:
E di Tideo fa il penſier vano e nullo
Che contra lui le ciuil’arme afferra,
Sara di queſto il pueril traſtullo
Sudar nel ferro e trauagliarſi in guerra:
E dalo ſtudio del tempo primiero
Il fior riufeira d’ogni guerriero.
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Fara de ſuoi ribelli vſcire a voto
Ogni diſegno: e lor tornare in danno,
Et ogni ſtratagema haura ſi noto
Che fará duro il poter fargli inganno,
Tardi di qſto s’ auedra il terzo Otho
E di Reggio, e di Parma aſpro Tyráno,
Che da coſtui ſpogliato a vn tempo ſia
E del dominio: e de la vita ria.
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Haura il bel Regno poi ſemp augumèto
Senza torcer mai pie dal camin dritto,
Ne ad alcuno fará mai nocumento
Da cui prima no ſia d’ ingiuria afflitto,
Et e per queſto il gran Motor contento
Che non gli ſia alcun termine preferitto,
Ma duri proſperádo in meglio ſempre
Fin che ſi volga il ciel ne le ſue tempre.
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Vedi Leonello e vedi il primo Duce
Fama de la ſua etá l’inclyto Borſo,
Che ſiede in pace: e piú triopho adduce
Di quanti in altrui terre habbino corſo
Chiuderá Marte oue non veggia luce
E ſtringera al furor le mani al dorſo
Di queſto Signor ſpledido ogni intento
Sara che ’l popul ſuo viua contento.
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Hercole hor vie ch’al ſuo vici rinfaccia
Col pie mezo arſo e co quei debol paſſi,
Come a Budrio col petto, e con la faccia
Il campo volto in ſuga gli fermaſſi
No pche in pmio poi guerra gli faccia
Ne per cacciarlo ſin nel Barco paſſi
Queſto e il Signor di cui no ſo eſplicarme
Se ſia maggior la gloria o i pace o í arme