Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/631


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Se ben m’haueſſe vcciſo tormentato
     Prima ad arbitrio di ſua crudeltade,
     Da Bradamante almeno haurei ſperato
     Di ritrouare al mio caſo pietade,
     Ma quado ella ſapra e’ hauro piú amato
     Leon di lei: e di mia volontade
     Io mene ſia: perch’egli l’habbia: priuo,
     Haura ragion d’odiarmi e morto e viuo

 [91]
Queſto dicendo e molte altre parole
     Che ſoſpiri accompagnano e ſingulti,
     Si troua all’apparir del nuouo Sole
     Fra ſcuri boſchi, í luoghi ſtrani e ículti,
     E perche e diſperato: e morir vuole:
     E piú che può ch’el ſuo morir s’occulti
     Queſto luogo gli par molto nafeoſto
     Et atto a far quant’ ha di ſé diſpoſto

 [92]
Entra nel ſolto boſco oue piú ſpeffe
     L’ombroſe fraſche e piú intricate vede,
     Ma Frontin prima al tutto ſciolto meſſe
     Da ſé lontano: e liberta gli diede,
     O mio Frontin (gli diffeí s’ ame ſteffe
     Di dare a merti tuoi degna mercede
     Haureſti a quel deſtrier da íuidiar poco
     
 [93]
Cillaro ſo non ſu: non ſu Arione
     Di te miglior: ne merito piú lode:
     Ne alcun’ altro deſtrier di cui mentione
     Fatta da Greci o da Latini s’ ode,
     Se ti fur par ne l’altre parti buone
     Di queſta ſo ch’alcun di lor non gode,
     Di poterli vantar e’ hauuto mai
     habbia il pgio e l’honor ch tu hauuto hai

 [94]
Poi ch’alia piú che mai ſia ſtata: o ſia
     Dona gentile e valoroſa e bella
     Si caro ſtato fei: che ti nutria
     E di ſua man ti ponea ſreno e fella,
     Caro eri alla mia Dona, ah perche mia
     La diro piú? ſé mia non e piú quella?
     S’io l’ho donata ad altri? ohimè che ceffo
     Di volger qſta ſpada hora in me ſteffo.

 [95]
Se Ruggier qui s’ affligge e ſi tormenta
     E le fere e gli augelli a pietá arnoúe,
     (Ch’altri non e che queſti gridi ſenta
     Ne vegga il piato ch nel ſen gli pioue,)
     Non douete penſar che piú contenta
     Bradamante in Parigi ſi ritroue,
     Poi che ſcuſa non ha che la difenda:
     piú l’indugi: che Leon non prenda.

 [96]
Ella prima e’ hauere altro conſorte
     Ch’I ſuo Ruggier: vuol far ciò ch può farſi,
     Macar del detto ſuo: Carlo e la corte
     1 parenti e gli amici inimicarti,
     E quando altro nò poſſa al ſin la morte
     O col veneno o con la ſpada darli;
     Che le par meglio assai non eſſer vhm
     Che viuendo reſtar di Ruggier priua.

 [97]
Deh Ruggier mio (dicea) doue fei gite?
     Puote eſſer che tu ſia tanto difeoſto
     Che tu non habbi qſto bando vdito ?
     A neſſun’ altro ſuor ch’a te nafeoſto?
     Se tul ſapeſſe io ſo che comparito
     Neffun’ altro faria di te piú toſto,
     Mifera me ch’altro pèſar mi deggio
     Se non quel che penſar ſi poſſa peggio?