Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/628


 [66]
Anzi Aſtolfo e la Dona che portata
     L’haueano poi, credean che nò l’incato
     Ma la propria poſſanza foſſe ſtata
     Che dato loro in gioſtra haueſſe il vato,
     E che con ogni altra haſta ch’incontrata
     Foſſe da lor farebbono altretanto.
     La cagion ſola che Ruggier non gioſtra
     E per non far del ſuo Frontino moſtra.

 [67]
Che lo potria la Donna facilmente
     Conoſcer: ſé da lei foſſe veduto,
     Perho che caualcato: e lungamente
     In Montalban l’hauea ſeco tenuto,
     Ruggier che ſolo ſtudia e ſolo ha mete
     Come da lei non ſia riconoſciuto,
     Nevuol Frotin: ne vuol cos’ altra hauere
     Che di far di ſé inditio habbia potere,

 [68]
A queſta impreſa vn’ altra ſpada volle:
     Che ben ſapea che contra a Baliſarda
     Saria ogn’ofbergo come paſta molle,
     Ch’ alcuna tempra quel furor non tarda,
     E tutto’l taglio ancho a queſt’ altra tolle
     Con vn martello: e la fa men gagliarda:
     Con queſt’ arme Ruggiero al primo lapo
     Ch’apparue all’Orizote: entro nel capo.

 [69]
E per parer Leon: le fopraueſte
     Che diazi hebbe Leon, s’ha meſſe ídoffo
     E l’Aquila de l’or con le due teſte
     Porta dipinta ne lo ſcudo roſſo,
     E facilmente ſi potean far queſte
     Fintion: ch’eravgualmète grade e groſſo
     L’un come l’altro: apprefentoffí l’uno
     L’altro no ſi laſcio veder d’alcuno.
 [70]
Era la volunta de la Dozella
     Da queſt’ altra diuerſa di gran lunga,
     Che ſé Ruggier ſu la ſpada martella
     Per rintuzzarla che no tagli o punga,
     La ſila la Dona aguzza, e brama ch’ella
     Entri nel ferro, e ſempre al viuo giunga:
     Anzi ogni colpo ſi ben tagli e fore
     Che vada ſempre a ritrouargli il core.

 [71]
Qual ſu le moſſe il Barbaro ſi vede
     Che’l ceno del partir ſugoſo attende,
     Ne qua: ne la poter fermare il piede:
     Gonfiar le nare, e che V orecchie tende,
     Tal l’animoſa Dona che no crede
     Che queſto ſia Ruggier con chi contède
     Aſpettando la tromba par che fuoco
     Ne le vene habbia: e nò ritroui loco.

 [72]
Qual talhor dopo il tuono horrido veto
     Subito ſegue, che ſozopra volue
     L’ondofo mare, e leua in vn momento
     Da terra fin’ al ciel l’ofeura polue,
     Fuggon le ſiere, e col paſtor l’armento,
     l’aria in grandine e in pioggia ſi riſolue,
     Vdito il ſegno la Donzella tale
     Strige la ſpada e’l ſuo Ruggiero aſſale.

 [73]
Ma nò piú quercia antica o groſſo muro
     Di ben ſondata torre a Borea cede,
     Ne piú all’irato mar lo ſcoglio duro
     Che d’ogni ítorno il di e la notte il ſiede:
     Che ſotto l’arme il buon Ruggier ſicuro
     Ch giá al Troiao Hettor Vulcano diede,
     Ceda all’odio e al furor, che lo tempeſta
     Hor ne ſiachi hor nel petto hor ne la teſta