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Anzi Aſtolfo e la Dona che portata
L’haueano poi, credean che nò l’incato
Ma la propria poſſanza foſſe ſtata
Che dato loro in gioſtra haueſſe il vato,
E che con ogni altra haſta ch’incontrata
Foſſe da lor farebbono altretanto.
La cagion ſola che Ruggier non gioſtra
E per non far del ſuo Frontino moſtra.
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Che lo potria la Donna facilmente
Conoſcer: ſé da lei foſſe veduto,
Perho che caualcato: e lungamente
In Montalban l’hauea ſeco tenuto,
Ruggier che ſolo ſtudia e ſolo ha mete
Come da lei non ſia riconoſciuto,
Nevuol Frotin: ne vuol cos’ altra hauere
Che di far di ſé inditio habbia potere,
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A queſta impreſa vn’ altra ſpada volle:
Che ben ſapea che contra a Baliſarda
Saria ogn’ofbergo come paſta molle,
Ch’ alcuna tempra quel furor non tarda,
E tutto’l taglio ancho a queſt’ altra tolle
Con vn martello: e la fa men gagliarda:
Con queſt’ arme Ruggiero al primo lapo
Ch’apparue all’Orizote: entro nel capo.
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E per parer Leon: le fopraueſte
Che diazi hebbe Leon, s’ha meſſe ídoffo
E l’Aquila de l’or con le due teſte
Porta dipinta ne lo ſcudo roſſo,
E facilmente ſi potean far queſte
Fintion: ch’eravgualmète grade e groſſo
L’un come l’altro: apprefentoffí l’uno
L’altro no ſi laſcio veder d’alcuno.
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Era la volunta de la Dozella
Da queſt’ altra diuerſa di gran lunga,
Che ſé Ruggier ſu la ſpada martella
Per rintuzzarla che no tagli o punga,
La ſila la Dona aguzza, e brama ch’ella
Entri nel ferro, e ſempre al viuo giunga:
Anzi ogni colpo ſi ben tagli e fore
Che vada ſempre a ritrouargli il core.
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Qual ſu le moſſe il Barbaro ſi vede
Che’l ceno del partir ſugoſo attende,
Ne qua: ne la poter fermare il piede:
Gonfiar le nare, e che V orecchie tende,
Tal l’animoſa Dona che no crede
Che queſto ſia Ruggier con chi contède
Aſpettando la tromba par che fuoco
Ne le vene habbia: e nò ritroui loco.
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Qual talhor dopo il tuono horrido veto
Subito ſegue, che ſozopra volue
L’ondofo mare, e leua in vn momento
Da terra fin’ al ciel l’ofeura polue,
Fuggon le ſiere, e col paſtor l’armento,
l’aria in grandine e in pioggia ſi riſolue,
Vdito il ſegno la Donzella tale
Strige la ſpada e’l ſuo Ruggiero aſſale.
[73]
Ma nò piú quercia antica o groſſo muro
Di ben ſondata torre a Borea cede,
Ne piú all’irato mar lo ſcoglio duro
Che d’ogni ítorno il di e la notte il ſiede:
Che ſotto l’arme il buon Ruggier ſicuro
Ch giá al Troiao Hettor Vulcano diede,
Ceda all’odio e al furor, che lo tempeſta
Hor ne ſiachi hor nel petto hor ne la teſta