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Accuſato Ruggier dal proprio ſcudo
Ne la Citta di Nouengrado reſta
PrigiO d’Vngiardo, il piud’ognialtro crudo:
Che fa di ciò marauiglioſa feſta,
E ch può far Ruggier poi ch glie nudo?
Et e legato giá quando ſi deſta?
Vngiardovn ſuo corrier ſpaccia a ſtaffetta
A dar la nuoua a Coſtatino in fretta.
[11]
Hauea leuato Coſtantin la notte
Da le ripe di Saua ogni ſua ſchiera,
E ſeco a Beleticche hauea ridotte
Che Citta del Cognato Androphilo era,
Padre di quello a cui ſorate e rotte
(Come ſé ſtate ſoſſino di cera)
Al prio icotro l’arme hauea il gagliardo
Cauallier’ hor pgió del fiero Vnghiardo.
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Quiui ſortiſicar facea le mura
l’Imperatore, e riparar le porte,
Che de Bulgari ben non s’afficura
Che co la guida d’ un guerrier ſi ſorte
Non gli faccino peggio che paura,
E’l reſto póghin di ſua gente a morte,
Hor che l’ode prigion ne quelli teme
Ne ſé co lor ſia il modo tutto inſieme.
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l’Imperator nuota in vn mar di latte
Ne per letitia fa quel che ſi faccia:
Ben ſon le genti Bulgare disfatte
Dice con lieta e con ſicura faccia,
Come de la vittoria chi combatte
Se troncaſſe al nimico ambe le braccia
Certo faria: coſi n’ e certo e gode
l’Imperator, poi che’l guerrier pſo ode.
[14]
Non ha minor cagion di rallegrarli
Del patre il figlio, ch’oltre che ſi ſpera
Di racquiſtar Belgrado, e ſoggiugarſi
Ogni contrada che de Bulgari era,
Diſegna acho il Guerriero amico farſi
Con beneſici, e ſeco hauerlo in ſchiera,
Ne Rinaldo ne Orlando a Carlo Magno
Ha da inuidiar: ſé gli e coſtui cOpagno.
[15]
Da queſta voglia e ben diuerſa qlla
Di Theodora: a chi’l ſigliuolo vcciſe
Ruggier: con l’haſta che da la mamella
Paſſo alle ſpalle: e vn palmo ſuor ſi miſe,
A Coſtantin del quale era ſorella
Cortei ſi gitto a piedi: e gli conquiſe
E intenerigli il cor d’alta pietade
Col largo pianto che nel ſen le cade.
[16]
Io non mi leuero da queſti piedi
(Difs’ella) Signor mio ſé del fellone
Ch’uccife il mio ſigliuol, no mi conciedi
Di védicare, hor che l’habbian prigioe,
Oltre che ſtato t’e nipote, vedi
Quanto t’ amo: vedi quant’ opre buone
Ha per te fatto, e vedi s’ haurai torto
Di non lo vendicar, di chi l’ha morto.
[17]
Vedi che per pietá del noſtro duolo
Ha Dio fatto leuar da la campagna
Queſto crudele: e come augello a volo
A dar ce l’ha condotto ne la ragna,
Accio in ripa di Styge il mio ſigliuolo
Molto ſenza vendetta non rimagna,
Dammi coſtui Signore: e ſii contento
Ch’ io diſacerbi il mio col ſuo tormento.