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Rinaldo che ſi vide la ſorella
Per aſtutia d’Amon, tolta di mano,
E che diſpor nò potrá piú di quella,
E ch’a Ruggier, l’haura pmeſſa in vano,
Si duol del padre, e contra a lui fauella
Poſto il riſpetto ſilial lontano,
Ma poco cura Amon, di tai parole
E di ſua ſiglia a modo ſuo far vuole.
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Ruggier che qſto ſente, & ha timore
Di rimaner de la ſua donna priuo,
E che l’habbia o per ſorza o per amore
Leon, ſé reſta lungamente viuo,
Senza parlarne altrui, ſi mette in core
Di far che muoia, e ſia d’ Auguſto Diuo.
E tor, ſé no l’inganna la ſua ſpeme,
Al padre e a lui la vita, e’l regno iſieme.
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L’arme ch ſur, giá’ del Troiano Hettorre
E poi di Mandricardo ſi riueſte,
E fa la fella al buon Frontino porre,
E cimier muta, ſcudo e fopraueſte,
A qſta impreſa non gli piacque torre
l’Aquila bianca nel color celeſte,
Ma u cadido Liocorno come giglio
Vuol ne lo ſcudo, e’l capo habbia vermigli
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Sceglie de ſuoi feudieri il piú fedele:
E quel vuole, e non altri in copagnia,
E gli fa cómiſſion, che non riuele
In alcun loco mai, che Ruggier ſia,
Paſſa la Moſa, e’l Reno, e paſſa dele
Contrade d’ Oſtericche in Vngheria,
E lungo l’Hiſtro per la deſtra riua
Tanto caualca ch’a Belgrado ardua.
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Oue la Saua nel Danubio ſcende
E verſo il mar maggior con lui da volta,
Vede gran gète in padiglioni e tende
Sotto l’inſegne Imperiai raccolta,
Che Coſtantino ricourare intède
Quella citta che i Bulgari glihan tolta,
Coſtantin v’ e in pſona, e’l ſigliuol ſeco
Con quanto può tutto l’Imperio greco.
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Dètro a Belgrado, e ſuor p tutto il mòte
E giú ſin doue il fiume il pie gli laua:
l’eſercito de i Bulgari gli e a ſronte
E l’uno e l’altro a ber viene alla Saua:
Su’l fiume il Greco per gittare il ponte,
Il Bulgar per vietarlo armato ſtaua:
Quado Ruggier vi giunſe, e zuffa grade
Attaccata trouo ſra le due bande.
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I greci ſon quattro cotr’ uno, & hanno
Naui co i ponti da gittar ne l’onda:
E di voler, fiero ſembiante fanno
Paſſar p ſorza alla finiſtra ſponda,
Leone intanto con occulto inganno
Dal fiume difeoſtandofi: circonda
Molto paeſe, e poi vi torna: e getta
Ne l’altra ripa i poti, e paſſa in fretta.
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E co gran gète, chi in arcion chi a piede
Che non n’hauea di vètimila vn manco:
Caualco lungo la riuiera: e diede
Con fiero aſſalto a gl’inimici al ſianco:
l’Imperator toſto che’l figliovede
Su’l fiume cóparirſi al lato manco,
Ponte aggiugèdo a ponte, e naue a naue
Paſſa di la con quanto eſercito haue.