Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/614


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Diceua queſte & altre coſe molte
     Ragionando ſra ſé Ruggiero, e ſpeffo
     Le dicea in guiſa ch’erano raccolte
     Da chi tal’hor ſé gli trouaua appreſſo,
     Si che il tormento ſuo piú di due volte
     Era a colei per cui patiua: eſpreffo,
     A cui nò dolea meno il ſentir lui
     Coſi doler: che i proprii affanni ſui.

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Ma piú d’ ognialtro duol che le ſia detto
     Che tormèti Ruggier: di qſto ha doglia
     Ch’ intende che s’ affligge per ſoſpetto
     Ch’ella lui laſci, e che ql Greco voglia,
     Onde accio ſi conſorti: e che del petto
     Queſta credeza e qſto error ſi toglia
     Per vna di ſue ſide cameriere
     Gli ſé qſte parole vn di ſapere.

 [61]
Ruggier qual ſemp ſui tal’eſſer voglio
     Fin’ alla morte: e piú: ſé piú ſi puote,
     O (lami Amor benigno: o m’ufi orgoglio,
     O me Fortuna in alto: o in baffo ruote.
     Immobil ſon di vera fede ſcoglio
     Ch d’ ogn’ intorno ilveto, e il mar pcuote,
     Ne giamai per bonaccia ne per verno
     Luogo mutai: ne muterò in eterno.

 [62]
Scarpello ſi vedrá di piombo o lima
     Formare in varie imagini Diamante,
     Prima che colpo di Fortuna: o prima
     Ch’ira d’Amor rópa il mio cor coſtáte,
     E ſi vedrá tornar verſo la cima
     De l’alpe il fiume turbido e ſonante,
     Che per nuoui accidèti: o buoni o rei
     Faccino altro viaggio i penſier miei.
 [63]
A voi Ruggier tutto il dominio ho dato
     Di me: ch ſorſè e piú ch’altri no crede,
     So ben ch’a nuouo principe giurato
     NO ſu di qſta mai la maggior fede,
     So che ne al modo il piú ſicuro ſiato
     Di qſto: Re ne Imperator poſſiede,
     Non vi biſogna far ſoſſa ne torre
     Per dubbio ch’altri a voi lo vèga a torre

 [64]
Che ſenza ch’aſſoldiate altra pſona
     No verrá aſſalto a cui no ſi refiſta:
     NO e ricchezza ad eſpugnarmi buona:
     Ne ſi vii pzzo vn cor gentile acquiſta,
     Ne nobiltá ne altezza di corona
     Ch’ai ſciocco volgo abbagliar ſuol la viſta
     NO beltá ch’in lieue animo può assai
     Vedrò che piú di voi mi piaccia mai.

 [65]
Non hauete a temer, ch’in ſorma nuoua
     Intagliare il mio cor mai piú ſi poſſa,
     Si l’imagine voſtra ſi ritroua
     Sculpita in lui, ch’eſſer non può rimoſſa,
     Che’l cor non ho di cera e fatto proua,
     Che gli die cento non ch’una percoſſa
     Amor: prima che ſcalia ne leuaſſe
     Quando all’imagin voſtra lo ritraſſe.

 [66]
Auorio e gemma, & ogni pietra dura
     Che meglio da l’intaglio ſi difende
     Ròper ſi può, ma non ch’altra ſigura
     Prenda: che quella ch’una volta prende,
     Non e il mio cor diuerſo alla natura
     Del marmo: o d’altro ch’ai ferro còtède:
     Pria eſſer può ch tutto Amor lo ſpezze,
     Che lo poſſa ſculpir d’ altre bellezze.