Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/608


[11]
E ſeguitando il ſuo parlar piú inante
     Fa il Santo Vecchio ſi: che perſuade
     Ch Rinaldo a Ruggier dia Bradamate,
     Benché pregar, ne l’un ne l’altro accade,
     Loda Oliuier col Principe d’Anglante
     Che far ſi debba queſta aſſinitade,
     Il che ſperan ch’approui Amoe e Carlo
     E debba tutta Francia comendarlo.

[12]
Coſi dicean: ma nò ſapean ch’Amone
     CO volunta del figlio di Pipino:
     N’hauea dato I quei giorni intentione
     All’Imperator Greco Coſtantino,
     Che glie le domandaua per Leone
     Suo figlio e ſucceſſor nel gran domino,
     Se n’era pel valor che n’hauea inteſo
     Senza vederla il giouinetto acceſo.

[13]
Riſpoſto gli hauea Amo, che da ſé ſolo
     Non era per coeludere altramente:
     Ne pria che ne parlaſſe col ſigliuolo
     Rinaldo da la corte allhora aſſente,
     Il qual credea che vi verrebbe a volo
     E che di gratia hauria ſi gran parente,
     Pur per molto riſpetto che gli hauea
     Rifoluer ſenza lui nò ſi volea.

[14]
Hor Rinaldo lontan dal padre: quella
     Pratica Imperiai tutta ignorando
     Quiui a Ruggier promette la Sorella
     Di ſuo parere, e di parer d’ Orlando,
     E de glialtri e’ hauea ſeco alla cella
     Ma fopra tutti l’Eremita inſtando
     E crede veramente che piacere
     Debba ad Amon quel parètado hauere.

[15]
Quel di e la notte, e del ſeguente giorno
     Steron gran parte col Monaco faggio
     Quaſi obliando al legno far ritorno
     Benché il vento ſpiraffe allor viaggio,
     Ma i lor nocchieri a cui tanto ſoggiorno
     Increſcea homai, madar piú d’un meſſaggio
     Che ſi li ſtimular de la partita
     Ch’ aforza li ſpicar da l’Eremita.

[16]
Ruggier che ſtato era in eſilio tanto
     Ne da lo ſcoglio hauea mai mofTo il piede
     Tolſe licentia da ql Maſtro Santo
     Ch’infegnata gli hauea la vera fede,
     La ſpada Orlando gli rimeſſe a canto
     l’arme d’ Hettorre, e il buò FrOtin gli diede
     Si p moſtrar del ſuo amor ſegno eſpffo
     Si per ſaper che dianzi erano d’effo.

[17]
E quantunque miglior ne l’incantata
     Spada, ragione haueſſe il Paladino,
     Che con pena e trauaglio giá leuata
     l’hauea dal ſormidabile giardino,
     Che nò hauea Ruggiero, a cui donata
     Dal ladro ſu che gli die achor Frotino,
     Pur volètier, glie le dono col reſto
     De l’arme toſto che ne ſu richieſto.

[18]
Fur benedetti dal Vecchio deuoto
     E fu’l nauilio al ſin ſi ritomaro,
     I remi all’acqua e dier le vele al Noto,
     E ſu lor (i ſereno il tempo e chiaro
     Che non vi biſogno priego ne voto
     Fin che nel porto di Marſilia entraro,
     Ma quiui ſtiano tanto ch’io conduca
     Inſieme Aſtolfo il glorioſo Duca.