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Queſti quantunqj d’amicitia poco
Sieno capaci, perche nò ſta quella
Oue per coſe graui: oue per giuoco
Mai ſenza ſintion no ſi fauella,
Pur ſé talhor gli ha tratti in humil loco
Inſieme vna fortuna acerba e fella
In poco tempo vengono a notitia
Quel che in molto nò ſer de l’amicitia,
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Il ſanto Vecchiarel ne la ſua ſtanza
Giunger gli hoſpiti ſuoi co nodo ſorte
Ad amor vero meglio hebbe poſſanza,
Ch’altri nò hauria fatto in real corte,
Fu queſto poi di tal perſeueranza
Che no ſi ſciolſe mai fin’ alla morte:
Il Vecchio li trouo tutti benigni
Cadidi piú nel cor che di ſuor Cygni.
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Trouolli tutti amabili e corteſi
No de la iniquitá ch’io v’ho dipinta
Di quei che mai no eſcono paleſi:
Ma ſempre van cu apparenza ſinta,
Di quanto s’ eran per a dietro oſſeſi
Ogni memoria ſu tra loro eſtinta,
E ſé d’un ventre foſſero e d’un ſeme
No ſi potriano amar piú tutti inſieme.
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Sopra glialtri il Signor di Motalbano
Accarezzaua, e nutria Ruggiero
Si perche giá l’hauea co l’arme in mano
Prouato quanto era animoſo e fiero,
Si per trouarlo affabile & ſiumano
Piú che mai foſſe al mòdo caualliero,
Ma molto piú che da diuerſe bande
Si conoſcea d’ hauergli obligo grande.
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Sapea che di grauiſſimo periglio
Egli hauea liberato Ricciardetto,
Quado il Re Hiſpano gli ſé dar dipiglio
E co la ſiglia prendere nel letto:
E e’ hauea tratto l’uno e l’altro figlio
Del duca Buouo (com’io v’ ho giá detto)
Di man de i Saracini, e de i maluagi
Ch’ eran col Maganzeſe Bertolagi.
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Queſto debito a lui parea di ſorte
Ch’ad amar lo ſtrígeano e ad honorarlo,
E gli ne dolſe, e gli ne’ncrebbe ſorte
Che prima no hauea potuto farlo,
Quando era l’un ne l’Africana corte
E l’altro a gli ſeruigi era di Carlo,
Hor che fatto chriſtian quiui lo troua
Quel ch nò fece prima hor far gli gioua
[9]
Proferte ſenza ſine: honore, e feſta
Fece a Ruggiero il Paladin corteſe,
Il prudente Eremita, come queſta
Reniuolentia vide, adito preſe,
Entro dicendo: a fare altro nò reſta
(E lo ſpero ottener ſenza còteſe)
Che come P amicitia e tra voi fatta
Tra voi ſia anchora affinitá cOtratta.
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Accio che de le due pgenie illuſtri
Che nò han par di nobiltade al mòdo,
Naſca vn lignaggio ch piú chiaro luſtri
Che’l chiaro Sol per quato gira a tòdo.
E come andrá piú inanzi & anni e luſtri
Sara piú bello, e durerá, ſecòdo
Ch Dio m’inſpira, accio ch’a voi noi celi
Fin che terran l’uſato corſo i cieli.