Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/605


 [187]
Diſſe ch’era di la poco lontano
     In vn ſolingo ſcoglio vno Eremita:
     A cui ricorſo mai non s’ era in vano
     O foſſe per conſiglio o per aita,
     E facea alcuno effetto fopr’ humano:
     Dar lume a ciechi, e tornar morti a vita
     Fermare il vento ad vn ſegno di croce,
     E far tranquillo il mar qn e piú atroce.

 [188]
E che non denno dubitare andando
     A ritrouar quel huomo a Dio ſi caro,
     Che lor no renda Oliuier ſano, quando
     Fatto ha di ſua virtú ſegno piú chiaro,
     Queſto coſiglio ſi piacque ad Orlando
     Che verſo il ſanto loco ſi drizzaro:
     Ne mai piegando dal camin la prora
     Vider lo ſcoglio al ſorger de l’Aurora.

 [189]
Scorgèdo il legno huomini i acqua dotti
     Sicuramente s’accoſtaro a quello,
     Quiui aiutando ſerui e galeotti
     Declinano il Marcheſe nel battello,
     E per le ſpumoſe onde fur condotti
     Nel duro ſcoglio, & idi al ſanto hoſtello
     Al fato hoſtello: a ql Vecchio medeſmo
     Per le cui ma hebbeRuggier batteſmo

 [190]
Il ſeruo del Signor del Paradiſo
     Raccolſe Orlando & i cópagni ſuoi,
     E benedilli con giocondo viſo:
     E de lor caſi dimandolli poi.
     Ben che de lor venuta hauuto auuiſo
     Haueſſe prima da i celeſti Heroi
     Orlando gli riſpoſe eſſer venuto
     Per ritrouare al ſuo Oliuiero aiuto.

 [191]
Ch’era pugnando per la ſé di Chriſto
     A periglioſo termine ridutto,
     Leuogli il Santo ogni ſoſpetto triſto
     E gli promiſſe di ſanarlo in tutto,
     Ne d’unguento trouandoſi preuiſto
     Ne d’ altra humana medicina inſtrutto,
     Ando alla chieſa, & oro al Saluatore,
     Et indi vſci con gran baldanza ſuore.

 [192]
E in nome de le eterne tre perſone
     Padre e ſigliuolo e ſpirto ſanto, diede
     Ad Oliuier la ſua benedittione,
     O virtú che da Chriſto a chi gli crede,
     Caccio dal caualliero ogni paſſione
     E ritornolli a ſanitade il piede:
     Piú fermo e piú eſpedito ch mai foſſe
     E preſente Sobrino a ciò trouoſſe.

 [193]
Giunto Sobrin de le ſue piaghe a tanto
     Che ſtar peggio ogni giorno ſé ne ſente,
     Toſto che vede del monacho ſanto
     Il miracolo grande & euidente,
     Si diſpon di laſciar Machon da canto
     E Chriſto còfeſſar viuo e potente
     E domanda con cor di fede attrito
     D’iniciarfi al noſtro ſacro rito.

 [194]
Coſi l’huom giuſto lo batteza, & ancho
     Gli rende orando ogni vigor primiero,
     Orlando e glialtri cauallier non manco
     Di tal conuerſion letitia fero,
     Che di veder che liberato e ſranco
     Del periglioſo mal foſſe Oliuiero,
     Maggior gaudio d glialtri Ruggier’ hebbe
     E molto in fede e in deuotione accrebbe.