Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/604


 [179]
Venian cento e cent’ altri a diuerſi vſi
     De l’efequie ordinati, & hauean queſti
     Còe ancho il reſto acceſi torchi, e chiuſi
     Piú che veſtiti, eran di nere veſti,
     Poi ſeguia Orlado, e adhor adhor ſuſſuſi
     Di lachryme hauea gliocchi e rolli e meſti
     Ne piú lieto di lui Rinaldo vene:
     Il pie Oliuier che rotto hauea: ritène,

 [180]
Lungo fará s’io vi vo dire in verſi.
     Le cerimonie: e raccotarui tutti
     I diſpéfati manti oſcuri e perſi:
     Gli acceſi torchi che vi ſuron ſtrutti,
     Quindi alla chieſa cathedral cOuerſi
     Douúq3 adar no laſciaro occhi aſciutti:
     Si bel: ſi buon: ſi giouene, a pietade
     Moſſe ogni feſſo, ogni ordie, ogni etade.

 [181]
Fu poſto in chieſa, e poi che da le dóne
     Di lachryme e di pianti inutil opra
     E ch da i ſacerdoti hebbe eleiſonne
     E glialtri fanti detti hauuto fopra,
     In vna arca il ſerbar ſu due colonne:
     E qlla vuole Orlando che ſi cuopra
     Di ricco drappo d’or, ſin che repoſto
     In vn ſepulchro ſia di maggior coſto.

 [182]
Orlando di Sicilia non ſi parte
     Ch mada a trouar porphydi e alabaſtri:
     Fece fare il diſegno, e di quell’arte
     Inarrar co gran premio i miglior maſtri,
     Fé le laſtre (venedo in queſta parte)
     Poi drizzar Fiordiligi, e i gran pilaſtri:
     Che qui (eſſendo Orlando giá partito)
     Si ſé portar da l’Africano lito.

 [183]
E vedendo le lachryme indeſeſſe
     Et oſtinati a vſcir ſempre i ſoſpiri,
     Ne per far ſempre dire vffici e meſſe
     Mai fatiffar potendo a ſuoi diſiri,
     Di no partirli quindi in cor ſi meſſe
     Fin che del corpo l’anima no ſpiri:
     E nel ſepolchro ſé fare vna cella
     E vi ſi chiuſe, e ſé ſua vita in quella.

 [184]
Oltre che meſſi e lettere le mande
     Vi va in pſona Orlando per leuarla:
     Se viene in Francia co pèſion be grande
     Còpagna vuol di Galerana farla,
     Quado tornare al padre ancho domande
     Sin’ alla lizza vuole accopagnarla,
     Edificar le vuole vn monaſtero
     Quando ſeruire a Dio faccia péſiero

 [185]
Staua ella nel ſepulchro e quiui attrita
     Da penitentia orando giorno e notte,
     Non duro lunga etá: che di ſua vita
     Da la Parca le fur le ſila rotte,
     Giá fatte hauea da l’iſola partita
     Oue i Cyclopi hauean l’antique grotte
     I tre guerrier di Francia: afflitti e meſti
     Che’l quarto lor copagno a dietro reſti.

 [186]
Non volean ſenza medico leuarſi
     Che d’ Oliuier s’ haueſſe a pigliar cura:
     Laqual pche a principio mal pigliarli
     Potè, fatt’ era faticoſa e dura,
     E qllo vdiano in modo lamentarſi
     Che del ſuo caſo hauean tutti paura,
     Tra lor di ciò parlado al nocchier naccg
     Vn pèſiero: e lo diſſe, e a tutti piacque.