Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/597


 [123]
Comanda al ſeruo ch’alla moglie Argia
     Torni alla villa, e in nome ſuo le dica
     Ch’egli e da febbre oppreſſo coſi ria
     Che di trouarlo viuo haura fatica,
     Si che ſenza aſpettar piú cópagnia
     Venir debba co lui, s’ella gli e amica,
     Verrá, fa ben, che non fará parola
     E che tra via le ſeghi egli la gola.

 [124]
A chiamar la patrona andò il famiglio,
     Per far di lei quanto il Signor comeſſe:
     Dato prima al ſuo cane ella di piglio
     Monto a cauallo: & a camin ſi meſſe
     l’hauea il cane auiſata del periglio
     Ma che d’ andar per qſto ella no ſteffe
     C hauea ben diſegnato e proueduto
     Onde nel gran biſogno haurebbe aiuto.

 [125]
Leuato il ſeruo del camino s’era
     E per diuerſe e ſolitarie ſtrade
     A ſtudio capito ſu vna riuiera
     Che d’Apennino in qſto fiume cade,
     Ou’era boſco e ſelua oſcura e nera:
     Lungi da villa e lungi da cittade:
     Gli parue loco tacito, e diſpoſto
     Per l’effetto crudel che gli ſu importo.

 [126]
Traſſe la ſpada e alla padrona diſſe
     Quato còmeſſo il ſuo Signor gli hauea,
     Si che chiedeſſe prima che moriſſe
     Perdono a Dio d’ogni ſu a colpa rea,
     Non ti ſo dir coni’ ella ſi copriſſe,
     Quando il ſeruo ferirla ſi credea
     Piú no la vide, e molto d’ognintorno
     L’andò cercado, e al ſin reſto con ſcorno.

 [127]
Torna al patrO co gra vergogna & onta
     Tutto attonito in faccia e ſbigottito:
     E l’infolito caſo gli racconta
     Ch’egli non fa come ſi ſia ſeguito,
     Ch’ a ſuoi ſeruigi habbia la moglie prOta
     La Fata Manto, non ſapea il marito,
     Che la Balia onde il reſto hauea ſaputo
     Queſto (non ſo) pche gli hauea taciuto.

 [128]
Non fa che far: che ne l’oltraggio graue
     Vendicato ha, ne le ſue pene ha ſceme,
     Quel ch’era vna feſtuca hora evna traue
     Tanto gli peſa, tanto al cor gli preme,
     l’error ch ſapean pochi, hor ſi apto haue
     Che ſenza indugio ſi paleſi teme:
     Potea il primo celarli, ma il fecondo
     Publico in breue ſia per tutto il mondo.

 [129]
Conoſce ben che poi che’l cor fellone
     Hauea ſcoperto il miſero contra eſſa,
     Ch’ella per nò tornargli in ſuggettione
     D’alcun potente in man ſi fará meſſa,
     Ilqual ſela terra con irriſione
     li ignominia del marito eſpreffa:
     E ſorſè ancho verrá d’alcuno in mano
     Che ne ſia inſieme adultero e ruffiano.

 [130]
Si che per rimediarui, in fretta manda
     Intorno meſſi e lettere a cercarne,
     Ch’in ql loco ch’in queſto ne domanda
     Per Lombardia ſenza citta laſciarne:
     Poi va in pſona, e nò ſi laſcia banda
     Oue o no vada o madiui a ſpiarne:
     Ne mai può ritrouar capo ne via
     Di venire a notitia che ne ſia.