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De la puttana ſua Balia i còforti:
I prieghi de l’amante e la preſentia,
II veder che guadagno ſé l’apporti:
Del miſero Dottor la lunga abſentia:
Lo ſperar ch’alcun mai non lo rapporti:
Fero a i caſti pender tal violentia
Ch’ella accetto il bel cane, e p mercede
In braccio e i pda al ſuo amator ſi diede.
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Adonio lungamente ſrutto colſe
De la ſua bella Dona, a cui la Fata
Grande amor poſe, e tanto le ne volſe
Che ſempre ſtar co lei ſi ſu vbligata,
Per tutti i ſegni il Sol prima ſi volſe
Ch’ai giudice licentia foſſe data:
Al ſin torno, ma pien di gran ſoſpetto
Per ql che giá Paſtrologo hauea detto.
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Fa, giunto ne la patria, il primo volo
A caſa de l’aſtrologo, e gli chiede
Se la ſua dona fatto inganno e dolo
O pur ſeruato gli habbia amore e fede,
Il ſito ſiguro colui del polo
Et a tutti i pianeti il luogo diede:
Poi riſpoſe che quel e’ hauea temuto
Come pdetto ſu: gliera auuenuto.
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Che da doni grandiſſimi corrotta
Data ad altri s’ hauea la Dona in pda,
Queſta al Dottor nel cor ſu ſi gra botta
Che lacia e ſpiedo io vo che bè le ceda,
Per eſſerne piú certo ne va allhotta
(Bè che pur troppo allo idiuino creda)
Ou’e la Balia: e la tira da parte
E per ſaperne il certo vſa grande arte.
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Con larghi giri circodando pua
Hor qua, hor la, di ritrouar la traccia,
E da principio nulla ne ritroua
CO ogni diligentia che ne faccia,
Ch’ella che no hauea tal coſa nuoua
Staua negando co immobil faccia,
E come bene inſtrutta, piú d’un meſe
Tra il dubbio e’l certo il ſuo patrO foſpeſe.
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Quato douea parergli il dubio buono
Se penſaua il dolor e’ hauria del certo:
Poi ch’in damo prouo co priego e dono
Che da la Balia il ver gli foſſe aperto
Ne tocco taſto oue ſentiſſe ſuono
Altro che falſo, come huom bè eſperto
Aſpetto che diſcordia vi veniſſe:
Ch’ oue femine ſon: ſon liti e riſſe,
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E come egli aſpetto coſi gli auuenne:
Ch’ al primo ſdegno che tra loro nacque
Senza ſuo ricercar: la Balia venne
Il tutto a ricotargli, e nulla tacque,
Lungo adir ſora ciò che’l cor ſoſtenne
Come la mente còſternata giacque
Del giudice meſchin, che ſu ſi oppreſſo
Che ſtette per vſcir ſuor di ſé ſteffo.
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E ſi diſpoſe al ſin da l’ira vinto
Morir, ma prima vecider la ſua moglie:
E che d’amendue i ſangui vn ferro tinto
Leuaſſi lei di biaſmo e ſé di doglie:
Ne la citta ſé ne ritorna: ſpinto
Da coſi ſuribonde e cieche voglie:
Indi alla villa vn ſuo ſidato manda
E quanto eſequir debba gli comanda,