Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/589


 [59]
E che farebbe tal p ſtudio e cura
     Di chi al ſapere & al potere vnita
     La voglia hauedo, d’ argini e di mura
     Hauria ſi anchor la ſua citta munita
     Che cótra tutto il mòdo ſtar ſicura
     Potria, ſenza chiamar di ſuori aita:
     E ch d’Hercol ſigliuol, d’ Hercol farebbe
     Padre, il Signor che qſto e ql far debbe,

 [60]
Coſi venia Rinaldo ricordando
     Quel ch giá il ſuo cugin detto gli hauea
     De le ſuture coſe diuinando:
     Che ſpeffo còſerir ſeco ſolea
     E tutta via l’humil citta mirando
     Come eſſer può ch’anchor (ſeco dicea)
     Debban coſi fiorir queſte paludi
     De tutti i liberali e degni ſtudi ?

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E crefeer’ habbia di ſi piccol borgo
     Ampia cittade? e’ di ſi gran bellezza?
     E ciò ch’intorno e tutto ſtagno e gorgo
     Sien lieti e pieni campi di ricchezza?
     Citta fin’hora a riuerire aſſorgo
     L’amor, la corteſia, la gètilezza,
     De tuoi Signori, e gli honorati pregi
     De i cauallier, de i cittadini egregi.

 [62]
l’ineſſabil bontá del Redentore
     De tuoi principi il ſenno e la Iuſtitia
     Sempre co pace ſempre con amore
     Ti tenga in abondantia & in lctitia,
     E ti difenda contra ogni furore
     De tuoi nimici, e ſcuopra lor malitia:
     Del tuo contento ogni vicino arrabbi
     Piú toſto ch tu inuidia ad alcuno habbi.

 [63]
Mentre Rinaldo coſi parla: fende
     CO tanta fretta il ſuttil legno l’onde
     Che con maggiore a logoro nò ſcende
     Falcon ch’ai grido del padron riſpode:
     Del deſtro corno il deſtro ramo prede
     Quídi il nocchiero, e mura, e tetti aſeòde
     San Georgio a dietro, a dietro s’ allotana
     La Torre e de la ſoſſa e di Gaibana.

 [64]
Rinaldo, come accade ch’un penſiero
     Vn’altro dietro, e qllo vn’ altro mena,
     Si véne a ricordar del caualliero
     Nel cui palagio ſu la ſera a cena,
     Che per qſta cittade (a dire il vero)
     Hauea giuſta cagion di ſtare in pena:
     E ricordoſſi del vaſo da bere
     Ch moſtra altrui l’error de la mogliere.

 [65]
E ricordoſſi inſieme de la proua
     Che d’hauer fatta il cauallier narrolli,
     Ch di quati hauea eſpti, huomo no troua
     Che bea nel vaſo e’l petto no s’immolli,
     Hor ſi pète, hor tra ſé dice, e mi gioua
     Ch’ a tanto paragon venir no volli,
     Riuſcèdo accertaua il creder mio
     Non riuſcèdo a che partito era io?

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Gli e qſto creder mio come io l’haueffi
     Ben certo, e poco accreſcer lo potrei,
     Si che s’ al paragon mi ſuccedeſſi
     Poco il meglio faria ch’io ne trarrei,
     Ma nò giá poco il mal, quado vedeſſi
     Quel di Clarice mia ch’io non vorrei,
     Metter faria mille contra vno a giuoco
     Che pder ſi può molto e acquiſtar poco.