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Di tal vittoria no troppo gioioſo
Pretto di fella il Paladin ſi getta,
E col viſo turbato e lachrymoſo
A Bradimarte ſuo corre a gran fretta,
Gli vede intorno il capo ſanguinoſo
l’elmo ch par ch’apto habbia vna accetta,
Se foſſe ſtato fral piú che di ſcorza
Difefo no l’hauria co minor ſorza.
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Orlando l’elmo gli leuo dal viſo
E ritrouo che’l capo ſino al naſo
Fra l’uno e l’altro ciglio era diuiſo,
Ma pur gli e tato ſpirto ancho rimaſo
Che de ſuoi falli al Re del Paradiſo
Può domandar pdono anzi l’occafo:
E confortare il Conte, che le gote
Sparge di pianto, a patientia puote.
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E dirgli Orlando fa che ti raccordi
Di me, ne l’oration tue grate a Dio:
Ne men ti raccomando la mia Fiordi
Ma dir nò potè ligi, e qui ſinio,
E voci e ſuoni d’ angeli cócordi
Toſto in aria s’udir che l’alma vſcio:
Laqual diſciolta dal corporeo velo
Fra dolce melodia ſali nel cielo.
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Orlado áchor che far douea allegrezza
Di ſi deuoto ſine, e ſapea certo
Che Brandimarte alla ſuprema altezza
Salito era, che’l ciel gli vide aperto,
Pur da la humana volòtade auezza
Co i ſragil ſenſi, male era foſſerto
Ch’un tal piú che ſratel gli foſſe tolto,
E no hauer di pianto humido il volto.
[16]
Sobrin che molto ſangue hauea pduto
Che gli piouea fu’l ſianco e ſu le gote
Riuerſo giá gra pezzo era caduto
E hauer ne douea hormai le vene vote,
Anchor giacea Oliuier, ne rihauuto
Il piede hauea, ne rihauer lo puote
Se no ifmoffo, e de lo ſtar che tanto
Gli fece il deſtrier fopra, mezo infrato.
[17]
E fe’l Cognato no venia ad aitarlo
(Si come lachrymoſo era e dolente)
Per ſé medeſmo no potea ritrarlo:
E tanta doglia e tal martir ne ſente
Che ritratto che l’hebbe ne a mutarlo
Ne afermaruifi fopra era poſſente,
E ’ha inſieme la gamba ſi ſtordita
Che muouer no ſi può ſé nò ſi aita.
[18]
De la vittoria poco rallegroſſe
Orlado, e troppo gliera acerbo e duro
Veder che morto Brandimarte foſſe
Ne del Cognato molto eſſer ſicuro:
Sobrin, che viuea anchora, ritrouoſſe
Ma poco chiaro hauea co molto oſcuro,
Che la ſua vita per l’ufeito ſangue
Era vicina a rimanere eſangue,
[19]
Lo fece tor che tutto era ſanguigno
Il còte, e medicar diſcretamente:
E còfortollo co parlar benigno
Come ſé ſtato gli foſſe parente,
Che dopo il fatto nulla di maligno
In ſé tenea, ma tutto era clemente,
Fece de i morti arme e caualli torre
Del reſto a ſerui lor laſcio diſporre.