Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/570


[12]
Di tal vittoria no troppo gioioſo
     Pretto di fella il Paladin ſi getta,
     E col viſo turbato e lachrymoſo
     A Bradimarte ſuo corre a gran fretta,
     Gli vede intorno il capo ſanguinoſo
     l’elmo ch par ch’apto habbia vna accetta,
     Se foſſe ſtato fral piú che di ſcorza
     Difefo no l’hauria co minor ſorza.

[13]
Orlando l’elmo gli leuo dal viſo
     E ritrouo che’l capo ſino al naſo
     Fra l’uno e l’altro ciglio era diuiſo,
     Ma pur gli e tato ſpirto ancho rimaſo
     Che de ſuoi falli al Re del Paradiſo
     Può domandar pdono anzi l’occafo:
     E confortare il Conte, che le gote
     Sparge di pianto, a patientia puote.

[14]
E dirgli Orlando fa che ti raccordi
     Di me, ne l’oration tue grate a Dio:
     Ne men ti raccomando la mia Fiordi
     Ma dir nò potè ligi, e qui ſinio,
     E voci e ſuoni d’ angeli cócordi
     Toſto in aria s’udir che l’alma vſcio:
     Laqual diſciolta dal corporeo velo
     Fra dolce melodia ſali nel cielo.

[15]
Orlado áchor che far douea allegrezza
     Di ſi deuoto ſine, e ſapea certo
     Che Brandimarte alla ſuprema altezza
     Salito era, che’l ciel gli vide aperto,
     Pur da la humana volòtade auezza
     Co i ſragil ſenſi, male era foſſerto
     Ch’un tal piú che ſratel gli foſſe tolto,
     E no hauer di pianto humido il volto.
[16]
Sobrin che molto ſangue hauea pduto
     Che gli piouea fu’l ſianco e ſu le gote
     Riuerſo giá gra pezzo era caduto
     E hauer ne douea hormai le vene vote,
     Anchor giacea Oliuier, ne rihauuto
     Il piede hauea, ne rihauer lo puote
     Se no ifmoffo, e de lo ſtar che tanto
     Gli fece il deſtrier fopra, mezo infrato.

[17]
E fe’l Cognato no venia ad aitarlo
     (Si come lachrymoſo era e dolente)
     Per ſé medeſmo no potea ritrarlo:
     E tanta doglia e tal martir ne ſente
     Che ritratto che l’hebbe ne a mutarlo
     Ne afermaruifi fopra era poſſente,
     E ’ha inſieme la gamba ſi ſtordita
     Che muouer no ſi può ſé nò ſi aita.

[18]
De la vittoria poco rallegroſſe
     Orlado, e troppo gliera acerbo e duro
     Veder che morto Brandimarte foſſe
     Ne del Cognato molto eſſer ſicuro:
     Sobrin, che viuea anchora, ritrouoſſe
     Ma poco chiaro hauea co molto oſcuro,
     Che la ſua vita per l’ufeito ſangue
     Era vicina a rimanere eſangue,

[19]
Lo fece tor che tutto era ſanguigno
     Il còte, e medicar diſcretamente:
     E còfortollo co parlar benigno
     Come ſé ſtato gli foſſe parente,
     Che dopo il fatto nulla di maligno
     In ſé tenea, ma tutto era clemente,
     Fece de i morti arme e caualli torre
     Del reſto a ſerui lor laſcio diſporre.