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Ch’ io vica o pda, o debba nel mio regno
Tornare atiquo, o Tempre ſtarne í bado,
In mente ſua n’ha Dio fatto diſegno
Ilqual ne io, ne tu, ne vede Orlando,
Sia ql che vuol, no potrá ad atto Idegno
Di Re, inchinarmi mai timor neſando,
S’ io ſoſſi certo di morir: vo morto
Prima reſtar ch’ai ſangue mio far torto.
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Hor ti puoi ritornar, che ſc migliore
Non fei dimani in qſto capo armato
Che tu mi ſia parato hoggi oratore
Mal troueraſſi Orlando accópagnato,
Queſte vltime parole vſciron ſuore
Del petto acceſo d’Agramante irato,
Ritorno l’uno e l’altro, e ripofoffe
Fin che del mare il giorno vſcito foſſe.
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Nel biacheggiar de la nuoua alba armati
E in vn mometo fur tutti a cauallo,
Pochi ſermon ſi ſon tra loro vſati,
Non vi ſu indugio non vi ſu interuallo:
Che i ferri de le lancie hanno abbaſſati:
Ma mi parria Signor far troppo fallo
Se per voler di coſtor dir, laſciaffi
Tato Ruggier nel mar che v’afTogaffi.
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Il Giouinetto con piedi e con braccia
Percotendo venia l’bombii’ onde:
Il vento e la tempeſta gli minaccia
Ma piú la conſcientia lo cófonde:
Teme che Chriſto hora vedetta faccia
Che poi che battezar ne l’acque monde
Quando hebbe tempo ſi poco gli calſe,
Hor ſi battezi in queſte amare e falſe.
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Gli ritornano a mente le promeſſe
Che tante volte alla ſua donna fece,
Quel che giurato hauea quado ſi meſſe
Contra Rinaldo, e nulla ſatisfece,
A Dio ch’iui punir non lo voleſſe
Pentito diſſe quattro volte e diece,
E fece voto di core e di fede
D’ eſſer chriſtia ſé ponea i terra il piede.
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E mai piú non pigliar ſpada ne lancia
Contra a i Fedeli in aiuto de Mori,
Ma che ritorneria ſubito in Francia
E a Carlo renderia debiti honori,
Ne Bradamante piú terrebbe a ciancia
E verria a ſine honeſto de i fuo’ amori
Miracol ſu che ſenti al ſin del voto
Creſcerfi ſorza e ageuolarfí il nuoto.
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Creſce la ſorza, e l’animo indeſeſſo
Ruggier percuote l’onde e le reſpinge,
L’onde che ſeguon l’una all’altra preſſo
Di che vna il leua, vn’ altra lo foſpinge,
Coſi montando e diſcendendo ſpeffo
Con gra trauaglio: al ſin l’arena attinge,
E da la parte onde s’ inchina il colle
Piú verſo il mar, eſce bagnato e molle.
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Fur tutti gli altri che nel mar ſi diero
Vinti da l’onde, e al ſin reſtar ne l’acque:
Nel ſolitario ſcoglio vſci Ruggiero
Come all’alta bontá diuina piacque,
Poi che ſu fopra il monte inculto e fiero
Sicur dal mar: nuouo timor gli nacque
D’ hauere eſilio in ſi ſtrette confine
E di morirai di diſagio al ſine.