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Del mare al fondo, e ſeco traſſe quanti
Laſciaro a ſua ſperaza il maggior legno,
Allhor s’ udi con doloroſi pianti
Chiamar ſoccorſo dal celeſte regno,
Ma qlle voci andaro poco inanti
Che vene il mar pien d’ ira e di diſdegno
E ſubito occupo tutta la via
Onde il lamento e il flebil grido vſcia.
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Altri la giú ſenza apparir piú reſta,
Altri riſorge e fopra l’onde f balza,
Chi vien nuotado e moſtra ſuor la teſta,
Chi moſtrau braccio, e chivna gaba ſcalza
Ruggier ch’I minacciar de la tépeſta
Temer nò vuol, dal fondo al ſórno s’ alza
E vede il nudo ſcoglio non lontano
Ch’ egli e i 9pagni hauean fuggito í vao.
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Spera per ſorza di piedi e di braccia
Nuotando di ſalir fu’l lito aſciutto:
Soffiando viene, e lungi da la faccia
l’onda reſpinge e V importuno flutto,
Il vento in tanto e la tempeſta caccia
Il legno voto e abbandonato in tutto
Da quelli che per lor peffima ſorte
11 diſio di campar traſſe alla morte.
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O fallace de glihuomini credenza
Campo la naue che douea perire:
Quando il padrone e i galleotti, ſenza
Gouerno alcun l’hauean laſciata gire,
Panie che ſi mutaſſe di ſentenza
Il vèto: poi che ognihuom vide ſuggire,
Fece che’l legno a miglior via ſi torſe
Ne tocco terra: e in ſicura onda corſe.
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E doue col Nocchier tenne via incerta
Poi ch nò l’hebbe ado I Africa al dritto:
E venne a capitar preſſo a Biſerta
Tre miglia o due: dal lato verſo Egytto,
E ne l’arena Iterile e deſerta
Reſto, mancado il vento e l’acqua: ſitto:
Hor quiui foprauenne a ſpaffo andando
Come di fopra io vi narraua, Orlando.
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E diſioſo di ſaper ſé ſuſſe
La naue ſola, e ſuſſe o vota o carca,
Con Brandimarte a quella ſi conduſſe
E col Cognato in ſu vna lieue barca:
Poi che ſotto couerta s’ introduſſe
Tutta la ritrouo d’ huomini ſcarca:
Vi trouo ſol Frontino il buon deſtriero
l’armatura e la ſpada di Ruggiero.
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Di cui ſu per campar tanto la fretta
Ch’a tor la ſpada non hebbe pur tempo,
Conobbe quella il Paladin, che detta
Fu Baliſarda, e che giá ſua ſu vn tempo,
So che tutta l’hiſtoria hauete letta
Come la tolſe a Falerina, al tempo
Che le diſtruffe ancho il giardin ſi bello
E come a lui poi la rubo Brunello.
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E come ſotto il monte di Carena
Brunel ne ſé a Ruggier libero dono,
Di che taglio ella foſſe, e di che ſchena
N’hauea giá fatto eſperimento buono,
Io dico Orlando, e perho n’ hebbe piena
Letitia, e ringratione il ſommo Throno:
E ſi credette (e ſpeffo il diſſe dopo)
Che Dio gliele mandaſſe a ſi grádevopo