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Ruggier eoe in ciaſcun ſuo degno geſto
D’alto valor di corteſia ſolea
Dimoſtrar chiaro ſegno e manifeſto
E Tempre piú magnanimo apparea:
Coſi verſo Dodon lo moſtro in queſto
Col qual (come di fopra io vi dicea)
Diſſimulato hauea quanto era ſorte
Per pietá che gli hauea di porlo a morte.
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Hauea Dudon ben conoſciuto certo
Ch’ucciderlo Ruggier non l’ha voluto:
Perc’hor s’ ha ritrouato allo ſcoperto
Hor ſtanco ſi che piú non ha potuto,
Poi che chiaro comprende e vede apto
Che gli ha riſpetto: e che va ritenuto:
Quado di ſorza e di vigor vai meno
Di corteſia non vuol cedergli al meno.
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Perdio (dice) Signor pace facciamo
Ch’ eſſer non può piú la vittoria mia:
Eſſer n5 può piú mia, ch giá mi chiamo
Vinto e prigion de la tua corteſia,
Ruggier riſpofe, & io la pace bramo
Non men di te: ma che con patto ſia
Che queſti fette Re e’ hai qui legati
Laſci ch’in liberta mi ſieno dati.
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E gli moſtro quei fette Re ch’io diſſi
Che ſtauano legati a capo chino:
E gli ſoggiunſe che non gli impediſſi
Pigliar con eſſi in Africa il camino,
E coſi ſuro in liberta remiſſi
Quei Re: che gliel cóceſſe il Paladino:
E gli coceſſe anchor, ch’un legno tolſe
Quel ch’a lui pue: e verſo Africa ſciolſe
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Il legno ſciolſe e ſé ſcioglier la vela
E ſé die al vento perfido in poſſanza:
Che da principio la gonſiata tela
Drizzo a camino, edie al nocchier baldazar
Il lito ſugge, e in tal modo ſi cela
Che par che ne ſia il mar rimaſo ſanza,
Nel’oſcurar del giorno fece il vento
Chiara la ſua perfidia e’l tradimento.
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Mutoſſi da la poppa ne le ſponde
Indi alla prora: e qui non rimaſe ancho:
Ruota la naue & i nocchier coſonde
C’hor di dietro hor dinanzi hor loro e al ſisco
Surgono altiere e minaccioſe l’ode
Mugliádo fopra il marva il gregge biaco
Di tante morti in dubbio e in pena ſtano
Quanto ſon l’aque ch’a ferir li vanno,
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Hor da ſronte hor da tergo il vento ſpira
E queſto inanzi, e quello a dietro caccia,
Vn’ altro da trauerſo il legno aggira
E ciaſcun pur nauſragio gli minaccia,
Quel che ſiede al gouerno alto ſoſpira
Pallido e ſbigottito ne la faccia:
E grida in vano, e in van co mano accéna
Hor di voltare, hor di calar l’antenna.
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Ma poco il cenno, e’l gridar poco vale
Tolto e’l veder da la piouoſa notte,
La voce ſenza vdirſi in aria ſale:
In aria che feria con maggior botte
De nauiganti il grido vniuerſale
E’l ſremito de l’onde inſieme rotte,
E in prora e i poppa e i amedue le bade
Non ſi può coſa vdir che ſi commande.