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Quindi ſi parte, ma prima rinuoua
La conuention che con Rinaldo hauea:
Che ſé pergiuro il ſuo Agramante troua
Lo Iaſciera con la ſua fetta rea,
Per ql giorno Ruggier fare altra proua
D’ arme non volſe, ma ſolo attendea
Affermar qſto eqllo, e a domandarlo
Chi pria roppe o’I Re Agramate o Carlo
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Ode da tutto’ 1 modo che la parte
Del Re Agramate ſu che roppe prima:
Ruggiero ama Agramante, e ſé ſi parte
Da lui per qſto: error non lieue ſtima,
Fur le gente Africane e rotte e ſparte
(Queſto ho giá detto inazi) e da la cima
De la volubil mota tratte al fondo
Come piacque a colei ch’aggira il mòdo
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Tra ſé volue Ruggiero e fa diſcorfo
Se reſtar deue: o il ſuo Signor ſeguire,
Gli pon l’amor de la ſua Dona vn morſo
Per non laſciarlo in Africa piú gire,
Lo volta e gira & a còtrario corſo
Lo ſprona e lo minaccia di punire
Se’l patto e’l giuramento non tien ſaldo
Che fatto hauea col paladin Rinaldo.
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Non men da l’altra parte sferza e ſprona
La vigilante e ſtimulofa cura
Che s’ Agramante in ql caſo abbadona
A viltá gli ſia aſcritto & a paura,
Se del reſtar la cauſa parrá buona
A molti, a molti ad accettar ſia dura,
Molti diran che non ſi de offeruare
Quel ch’era ingiuſto e illicito a giurare.
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Tutto quel giorno e la notte ſeguente
Stette ſolingo, e coſi l’altro giorno,
Pur trauagliando la dubbioſa mente
Se partir deue: o far quiui ſoggiorno:
Pel Signor ſuo conclude ſinalmente
Di fargli dietro in Africa ritorno:
Potea in lui molto il coniugale amore
Ma vi potea piú il debito e l’honore.
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Torna verſo Arli che trouarui ſpera
L’armata achor, ch’in Africa il traſporti:
Ne legno in mar ne dentro alla riuera
Ne ſaracini vede ſé non morti,
Seco al partire ogni legno che v’ era
Traſſe Agramate, e’l reſto arſe ne i porti
Fallitogli il pender, preſe il camino
Verſo Marſilia pel lito marino.
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A qualche legno penſa dar di piglio
Ch’a prieghi o ſorza il porti all’altra riua
Giá v’era giunto del Daneſe il figlio
Con l’armata de Barbari captiua,
Non ſi haurebbe potuto vn gra di miglio
Gittar ne l’acqua: tanto la copriua
La ſpeffa moltitudine de naui
Di vincitori e di prigioni graui.
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Le naui de pagani, ch’auanzaro
Dal fuoco, e dal nauſragio quella notte,
(Eccetto poche ch’in ſuga n’ andaro)
Tutte a Marſilia hauea Dudon codotte,
Sette di quei ch’in Africa regnaro,
Che poi che le lor genti vider rotte
Con fette legni lor s’eran renduti:
Stauan dolenti lachrymoſi e muti.