Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/552


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Lo’nuito di Gradaſſo e d’ Agramante
     E di Sobrino in publico ſu eſpreffo:
     Tanto giocOdo al principe d’ Anglante
     Che d’ampli doni honorar fece il meſſo,
     Hauea da i ſuoi compagni vdito inante
     Che Durindana al ſianco s’ hauea meſſo
     Il Re Gradaſſo, onde egli per deſire
     Di racquiſtarla, in India volea gire.

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Stimando non hauer Gradaſſo altroue
     Poi ch’udí che di Francia era partito,
     Hor piú vicin gli e oſſerto luogo, doue
     Spera che’l ſuo gli ſia reſtituito,
     Il bel corno d’ Almonte ancho lo muoue
     Ad accettar ſi volentier lo’nuito,
     E Brigliador non me: che ſapea in mano
     Eſſer venuti al figlio di Troiano.

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Per compagno s’elegge alla battaglia
     11 fedel Brandimarte e’l ſuo Cognato,
     Prouato ha quanto l’uno e l’altro vaglia
     ’ Sa che da trambi e ſommamente amato,
     Buò dſtrier, buOa piaſtra, e buoa maglia
     E ſpade cerca, e lancie in ogni lato
     A ſé e a cópagni, che Tappiate parme
     Che neſſun d’elfi hauea le folite arme.

 [59]
Orlando (come io v’ ho detto piú volte)
     De le ſue ſparfe per furor la terra,
     A glialtri ha Rodomonte le lor tolte
     C hor alta torre in ripa vn fiume ferra,
     Nò ſé ne può per Africa hauer molte:
     Si pche í Fracia hauea tratto alla guerra
     Il Re Agramante ciò ch’era di buono:
     Si perche poche in Africa ne ſono.

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Ciò che di ruginoſo e di brunito
     Hauer ſi può, fa ragunare Orlando,
     E co i compagni in tanto va pel lito
     De la ſutura pugna ragionando,
     Gli auuié, ch’eſſédo ſuor del capo vſcito
     Piú di tre miglia, e gliocchi al mar alzando
     Vide calar co le vele alte vn legno
     Verſo il lito african ſenza ritegno,

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Senza nocchieri e ſenza nauiganti
     Sol come il vento e ſua fortuna il mena
     Venia con le vele alte il legno auanti:
     Tanto che ſé ritenne in ſu l’arena,
     Ma prima che di queſto piú vi canti
     L’amor ch’a Ruggier porto mi rimena
     Alla ſua hiſtoria, e vuol ch’io vi raccote
     Di lui e del guerrier di Chiaramonte.

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Di queſti duo guerrier, diſſi che tratti
     S’ erano ſuor del martiale Agone,
     Viſte conuention rompere e patti
     E turbarli ogni ſquadra e legione,
     Chi prima i giuramenti habbia disfatti
     E ſtato ſia di tanto mal cagione,
     O l’Imperator Carlo o il Re Agramante
     Studian ſaper da chi lor paſſa auante.

 [63]
Vn ſeruitor in tanto di Ruggiero
     Ch’era fedele e pratico & aſtuto
     Ne pel cOflitto de i duo campi fiero
     Hauea di viſta il patron mai perduto,
     Véne a trouarlo, e la ſpada e’l deſtriero
     Gli diede, perche a ſuoi foſſe in aiuto:
     Monto Ruggiero e la ſua ſpada tolſe
     Ma ne la zuffa entrar non perho volſe.