Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/551


 [48]
E pche detto m’hai che con l’aiuto
     De gli Ethiopi ſudditi al Senapo,
     Aſtolfo a torti l’Africa e venuto
     E ch’arfa ha la citta che n’era capo:
     E ch’Orlado e con lui, che diminuto
     Poco inanzi di ſenno haueua il capo,
     Mi pare al tutto vn’ ottimo rimedio
     Hauer penſato a farti vſcir di tedio,

 [49]
Io pigliero per amor tuo l’imprefa
     D’entrar col Conte a ſingular certame,
     Contra me ſo che non haura difeſa
     Se tutto foſſe di ferro o di rame,
     Morto lui ſtimo la chriſtiana Chieſa
     Quel ch l’agnelle il lupo e’ habbia fame,
     Ho poi péfato (e mi ſia coſe lieuel
     Di fare i Nubi vſcir d’ Africa in breue.

 [50]
Faro che gli altri Nubi, che da loro
     Il Nilo parte, e la diuerſa legge,
     E gli Arabi, e i Macrobi, queſti d’oro
     Ricchi e di géte, e quei d’eqno gregge,
     Perſi e Caldei, perche tutti coſtoro
     Con altri molti il mio ſcettro corregge:
     Faro ch’in Nubia lor faran tal guerra
     Che no ſi fermeran ne la tua terra.

 [51]
Al Re Agramante assai parue oportuna
     Del Re Gradano la feconda oſſerta,
     E ſi chiamo obligato alla Fortuna
     Che l’hauea tratto all’ifola deſerta,
     Ma non vuol torre a conditione alcuna
     (Se racquiſtar credeſſe indi Biſerta)
     Ch battaglia p lui Gradaſſo prèda
     Che’n ciò gli par ch l’honor troppo offèda.

 [52]
S’a disfidar s’ ha Orlando, ſon quell’io
     (Riſpofe) a cui la pugna piú conuiene,
     E pronto vi faro, poi faccia Dio
     Di me come gli pare o male o bene,
     Faccian (diſſe Gradaſſo) al modo mio
     A vn nuouo modo ch’in pèſier mi viene:
     Queſta battaglia pigliamo ambedui
     Incontra Orlando, e vn’ altro ſia con lui.

 [53]
Pur ch’io non reſti ſuor non me ne lagno
     Diſſe Agramáte, o ſia primo o fecondo:
     Ben ſo ch’in arme ritrouar compagno
     Di te miglior non ſi può in tutto’l modo,
     Et io (diſſe Sobrin) doue rimagno?
     E ſé vecchio vi paio: vi riſpondo
     Ch’io debbo eſſer piú eſperto, e nel periglio
     Preſſo alla ſorza, e buono hauer 9figlio.

 [54]
D’ una vecchiezza valida e robuſta
     Era Sobrino: e di famoſa proua:
     E dice ch’in vigor l’etá vetuſta
     Si ſente pari alla giá verde e nuoua:
     Stimata ſu la ſua domanda giuſta
     E ſenza indugio vn meſſo ſi ritroua
     Ilqual ſi mandi a gli Africani lidi
     E da lor parte il conte Orlando sfidi.

 [55]
Che s’ habbia a ritrouar con numer pare
     Di cauallieri armati in Lipaduſa,
     Vna iſoletta e queſta, che dal mare
     Medeſmo che li cinge e circonfuſa,
     Nò ceſſa il meſſo a vela e a remi andare
     Come quel che pſtezza al biſogno vſa:
     Che ſu a Biſerta, e trouo Orlando quiui
     Ch’a ſuoi le ſpoglie diuidea e i captiui.