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E pche detto m’hai che con l’aiuto
De gli Ethiopi ſudditi al Senapo,
Aſtolfo a torti l’Africa e venuto
E ch’arfa ha la citta che n’era capo:
E ch’Orlado e con lui, che diminuto
Poco inanzi di ſenno haueua il capo,
Mi pare al tutto vn’ ottimo rimedio
Hauer penſato a farti vſcir di tedio,
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Io pigliero per amor tuo l’imprefa
D’entrar col Conte a ſingular certame,
Contra me ſo che non haura difeſa
Se tutto foſſe di ferro o di rame,
Morto lui ſtimo la chriſtiana Chieſa
Quel ch l’agnelle il lupo e’ habbia fame,
Ho poi péfato (e mi ſia coſe lieuel
Di fare i Nubi vſcir d’ Africa in breue.
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Faro che gli altri Nubi, che da loro
Il Nilo parte, e la diuerſa legge,
E gli Arabi, e i Macrobi, queſti d’oro
Ricchi e di géte, e quei d’eqno gregge,
Perſi e Caldei, perche tutti coſtoro
Con altri molti il mio ſcettro corregge:
Faro ch’in Nubia lor faran tal guerra
Che no ſi fermeran ne la tua terra.
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Al Re Agramante assai parue oportuna
Del Re Gradano la feconda oſſerta,
E ſi chiamo obligato alla Fortuna
Che l’hauea tratto all’ifola deſerta,
Ma non vuol torre a conditione alcuna
(Se racquiſtar credeſſe indi Biſerta)
Ch battaglia p lui Gradaſſo prèda
Che’n ciò gli par ch l’honor troppo offèda.
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S’a disfidar s’ ha Orlando, ſon quell’io
(Riſpofe) a cui la pugna piú conuiene,
E pronto vi faro, poi faccia Dio
Di me come gli pare o male o bene,
Faccian (diſſe Gradaſſo) al modo mio
A vn nuouo modo ch’in pèſier mi viene:
Queſta battaglia pigliamo ambedui
Incontra Orlando, e vn’ altro ſia con lui.
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Pur ch’io non reſti ſuor non me ne lagno
Diſſe Agramáte, o ſia primo o fecondo:
Ben ſo ch’in arme ritrouar compagno
Di te miglior non ſi può in tutto’l modo,
Et io (diſſe Sobrin) doue rimagno?
E ſé vecchio vi paio: vi riſpondo
Ch’io debbo eſſer piú eſperto, e nel periglio
Preſſo alla ſorza, e buono hauer 9figlio.
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D’ una vecchiezza valida e robuſta
Era Sobrino: e di famoſa proua:
E dice ch’in vigor l’etá vetuſta
Si ſente pari alla giá verde e nuoua:
Stimata ſu la ſua domanda giuſta
E ſenza indugio vn meſſo ſi ritroua
Ilqual ſi mandi a gli Africani lidi
E da lor parte il conte Orlando sfidi.
[55]
Che s’ habbia a ritrouar con numer pare
Di cauallieri armati in Lipaduſa,
Vna iſoletta e queſta, che dal mare
Medeſmo che li cinge e circonfuſa,
Nò ceſſa il meſſo a vela e a remi andare
Come quel che pſtezza al biſogno vſa:
Che ſu a Biſerta, e trouo Orlando quiui
Ch’a ſuoi le ſpoglie diuidea e i captiui.