Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/549


 [32]
Con quel furor l’únpetuofa gente
     La doue hauea I piú parti il muro rotto:
     Entro col ferro e con la face ardente
     A diſtrugere il popul mal condotto,
     Homicidio rapina, e man violente
     Nel ſangue e nel’hauer, traſſe di botto
     La ricca e triomphal citta a ruina
     Che ſu di tutta l’Africa regina,

 [33]
D’ huomini morti pieno era per tutto:
     E de le innumerabili ferite
     Fatto era u ſtagno piú ſcuro e piú brutto
     Di quel che cinge la citta di Dite,
     Di caſa in caſa vn lugo incendio indutto
     Ardea palagi, portici, e meſchite:
     Di pianti e d’urli, e di battuti petti
     Suonano i voti, e depredati tetti.

 [34]
I vincitori vſcir de le funeſte
     Porte vedeanſi di gran preda onuſti,
     Chi con bei vaſi, e chi con ricche veſte,
     Chi con rapiti argenti a Dei vetuſti:
     Chi trahea i ſigli, e chi le madri meſte:
     Fur fatti ſtupri, e mille altri atti ingiuſti:
     De i quali Orlado vna gran parte inteſe
     Ne lo potè vietar, ne’I Duca Ingleſe.

 [35]
Fu Bucifar de l’Algazera morto
     Co eſſo vn colpo da Oliuier gagliardo:
     Perduta ogni ſperanza ogni conſorto
     S’ ucciſe di ſua mano il Re Branzardo:
     Con tre ferite onde mori di corto
     Fu preſo Foluo dal Duca dal Pardo:
     Queſti eran tre ch’al ſuo partir laſciato
     Hauea Agramate a guardia de lo ſlato.

 [36]
Agramante ch’in tanto hauea deſerta
     l’armata, e con Sobrin n’ era fuggito,
     Pianſe da lungi e ſoſpiro Biſerta,
     Veduto ſi gran ſiamma arder fu’l lito,
     Poi piú d’ appretto hebbe nouella certa
     Come de la ſua terra il caſo era ito,
     E d’ uccider ſé ſteffo in pender venne
     E lo facea, ma il Re Sobrin lo tenne.

 [37]
Dicea Sobrin che piú vittoria lieta
     Signor potrebbe il tuo inimico hauere?
     Che la tua morte vdire? onde quieta
     Si ſperaria poi l’Africa godere?
     Queſto contento il viuer tuo gli vieta:
     Quindi haura cagion ſempre di temere
     Sa ben che lungamente Africa ſua
     Eſſer non può ſé non per morte tua.

 [38]
Tutti i ſudditi tuoi, morendo priui
     De la ſperanza, vn ben che ſol ne reſta,
     Spero che n’habbi a liberar ſé viui
     E trar d’affanno e ritornarne in feſta:
     So che ſé muori, ſian ſempre captiui
     Africa ſempre tributaria e meſta:
     Dunque s’ in vtil tuo viuer non vuoi
     Viui Signor p non far danno a i tuoi.

 [39]
Dal Soldano d’Egytto tuo vicino
     Certo eſſer puoi d’ hauer danari e gente,
     Mal volentieri il figlio di Pipino
     In Africa vedrá tanto potente:
     Verrá con ogni sforzo Norandino
     Per ritornarti in regno il tuo parente:
     Armeni: Turchi, Perſi, Arabi, e Medi,
     Tutti in ſoccorſo haurai ſé tu li chiedi.