Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/548


 [24]
E con mano e con pie quiui s’attacca
     Salta ſu i merli, e mena il brando inuolta,
     Vrta, riuerſa, e fende, e ſora, e ammacca:
     E di ſé moſtra eſperientia molta:
     Ma tutto a vn tépo la ſcala ſi ſiacca
     Ch troppa ſoma e di ſopchio ha tolta:
     E ſor che Brandimarte, giú nel ſoſſo
     Vanno ſozopra, e l’uno all’altro adoſſo

 [25]
Per ciò no perde il cauallier l’ardire
     Ne pèſa riportare adietro il piede,
     Ben che de ſuoi non vede alcun ſeguire
     Ben che berzaglio alla citta ſi vede,
     Pregauan molti (e non volſe egli vdire)
     Che ritornaſſe: ma dètro ſi diede:
     Dico che giú ne la citta d’ un ſalto
     Dal muro atro, che treta braccia era alto

 [26]
Come trouato haueſſe o piume o paglia
     Preſſe il duro terren ſenza alcun danno,
     E qi e’ ha ítorno affrappa, e ſora, e taglia
     Come s’ affrappa, e taglia, e ſora il panno,
     Hor còtra qſti, hor contra quei ſi ſcaglia
     E quelli, e qſti in ſuga ſé ne vanno,
     Penfano qi di ſuor che l’han veduto
     Detro ſaltar: che tardo ſia ogni aiuto.

 [27]
Per tutto’l campo alto rumor ſi ſpande
     Divoce ivoce e’l mormorio e’l biſbiglio
     La vaga Fama intorno ſi fa grande
     E narra: & accreſcendo va il periglio:
     Oue era Orlando (perche da piú bande
     Si daua aſſalto) oue d’Othone il figlio:
     Oue Oliuier: quella volando venne
     Senza poſar mai le veloci penne.

 [28]
Queſti guerrier, e piú di tutti Orlando
     Ch’ amano Bradimarte e l’hano in pgio:
     Vdendo che ſé van troppo indugiando
     Perderanno vn cOpagno coſi egregio,
     Pigliai! le ſcale, e qua e la montando
     Moſtrano a gara animo altiero e regio:
     Con ſi audace ſembiante e ſi gagliardo
     Che i nimici tremar fan con lo ſguardo.

 [29]
Come nel mar che per tempeſta ſreme
     Aſſaglion l’aque il temerario legno.
     C’hor da la prora hor da le parti eſtreme
     Cercano entrar co rabbia e con iſdegno:
     Il pallido nocchier ſoſpira e geme
     Ch’aiutar deue, e nò ha cor ne ingegno:
     Vna onda viene al ſin ch’occupa il tutto
     E doue quella entro ſegue ogni ſlutto.

 [30]
Coſi di poi e’ hebbono preſi i muri
     Queſti tre primi, ſu ſi largo il paſſo
     Che glialtri hormai ſeguir ponno ſicuri
     Che mille ſcale hanno fermate al baffo:
     Haueano in tanto gli arieti duri
     Rotto in piú lochi, e con ſi gra ſraccaſſo,
     Che ſi poteua in piú che in vna parte
     Soccorrer l’animoſo Brandimarte.

 [31]
Co quel furor che’l Re de ſiumi altiero
     Quando rompe tal volta argini e ſponde
     E che ne i campi Ocnei s’apre il ſentiero
     E i graſſi ſolchi, e le biade feconde
     E con le ſue capanne il gregge intero
     E co i cani i paſtor porta ne l’òde:
     Guizzano i peſci a gliolmi in ſu la cima
     Oue ſolean volar gli augèlli in prima.