Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/547


 [16]
Aſtolfo da l’affluito al Re de Neri
     Che faccia a merli tanto nocumento
     Con falariche ſonde e con arcieri
     Che leui d’affacciarli ogni ardimento,
     Si che paſſin pedoni e canallieri
     Fin ſotto la muraglia a ſaluamento,
     Che vengon chi di pietre e chi di traui
     Chi d’aſce e chi d’altra materia graui.

 [17]
Chi qſta coſa e chi quell’altra getta
     Dètro alla ſoſſa, e vien di mano in mano,
     Di cui l’acqua il di inanzi ſu intercetta
     Si che in piú parte ſi ſcopria il pantano:
     Ella ſu piena & atturata in fretta
     E fatto vguale infin’ al muro il piano:
     Aſtolfo, Orlando, & Oliuier procura
     Di far falir’i fanti in ſu le mura.

 [18]
I Nubi d’ogni indugio impatienti
     Da la ſperanza del guadagno tratti:
     Non mirando a pericoli imminenti:
     Coperti da teſtuggini e da gatti
     Con arieti e loro altri inſtrumenti
     A ſorar torri e porte rompere atti,
     Toſto ſi fero alla citta vicini
     Ne trouaro ſprouiſti i ſaracini.

 [19]
Che ferro e fuoco e merli e tetti graui
     Cader facendo a guiſa di tempeſte
     Per ſorza aprian le tauole e le traui
     De le machine in lor danno conteſte,
     Ne l’aria oſcura e ne i principii praui
     Molto patir le battezate teſte:
     Ma poi che’l Sole vſci del ricco albergo
     Volto Fortuna a i ſaracini il tergo.

 [20]
Da tutti i canti risforzar l’affalto
     Fé il cote Orlando e da mare e da terra:
     Sanſonetto e’ hauea l’armata in alto
     Entro nel porto: e s’ accorto alla terra,
     E con ſrombe e con archi facea d’alto
     E con varii tormenti eſtrema guerra:
     E facea inſieme eſpedir lance e ſcale
     Ogni apparecchio e munition nauale.

 [21]
Facea Oliuiero, Orlado, e Brandimarte
     E quel che ſu ſi dianzi in aria ardito
     Aſpra e ſiera battaglia da la parte
     Che lungi al mare era piú dentro al lito,
     Ciaſcun d’ eſſi venia con vna parte
     De l’hoſte che s’hauean quadripartito:
     Quale a mur, quale a porte, e quale altroue
     Tutti dauan di ſé lucide proue.

 [22]
Il valor di ciaſcun meglio ſi puote
     Veder coſi che ſé foſſer confuſi,
     Chi ſia degno di pmio e chi di note
     Appare inanzi a mill’occhi non chiuſi,
     Torri di legno trannoſi con ruote
     E gli depilanti altre ne portano vſi,
     Che ſu lor doſſi coſi in alto vanno
     Che i merli ſotto a molto ſpatio ſtanno.

 [23]
Vien Bradimarte, e pon la ſcala a muri
     E ſale, e di ſalir altri conforta,
     Lo ſeguon molti intrepidi e ſicuri
     Clie no può dubitar chi l’ha i ſua ſcorta,
     Non e chi miri o chi mirar ſi curi
     Se quella ſcala il gran peſo comporta,
     Sol Brandimarte a gli nimici attende
     Pugnado ſale: e al ſine vn merlo prende.