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Si che i nauili, che d’Aſtolfo hauuti
Hauea Dudon, di buona gente armati,
E che la ſera hauean queſti veduti
Et alla volta lor s’eran drizzati,
Aſſalir gli nimici ſproueduti
Gittaro i ferri e ſonſi incatenati:
Poi ch’ai parlar certificati ſoro
Ch’erano Mori, e gli nimici loro.
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Ne l’arriuar che i gran nauili fenno
(Spirando il vento a lor deſir fecondo)
Ne i Saracin con tale impeto denno,
Che molti legni ne cacciaro al fondo,
Poi cominciaro oprar le mani, e il ſenno
E ferro, e fuoco, e faſſi di gran pondo
Tirar con tanta, e ſi ſiera tempeſta
Che mai non hebbe il mar ſimile a qſta
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Quei di Dudone a cui poſſanza e ardire
Piú del ſolito e lor dato di fopra
(Che venuto era il tempo di punire
I ſaracin di piú d’ una mal’opra)
Sanno appreſſo e lontan ſi ben ferire
Che no troua Agramante oue ſi cuopra:
Gli cade fopra vn nembo di ſaette
Da lato ha ſpade, e graſſi, e picche, e accette
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D’ alto cader ſente gran^ſaſſi e graui
Da machine cacciati, e da tormenti,
E prore e poppe ſraccaſſar de naui
Et aprire vſci al mar larghi e patenti,
E’l maggior danno e de l’incendi praui
A naſcer preſti ad amorzarſi lenti:
La sfortunata ciurma ſi vuol torre
Del gra periglio e via piú ognhor vi corre.
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Altri che’l ferro e l’inimico caccia
Nel mar ſi getta: e vi s’affoga e reſta,
Altri che muoue a tepo piedi e braccia
Va per ſaluarſi o in qlla barca o in qſta,
Ma qlla graue oltre il douer, lo ſcaccia
E la man per ſalir troppo moleſta
Fa reſtare attaccata ne la ſponda:
Ritorna il reſto a far ſanguigna l’onda.
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Altri che ſpera in mar ſaluar la vita
O perderlaui al men con minor pena:
Poi che notando non ritroua aita
E mancar ſente l’animo e la lena,
Alla vorace ſiamma e’ ha ſuggita
La tema di annegarli ancho rimena:
S’abbraccia a u legno ch’arde, e p timore
C ha di due morte, in ambe ſé ne muor.
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Altri per tema di ſpiedo o d’ accetta
Che vede appſſo, al mar ricorre I vano:
Perche dietro gli vien pietra o ſaetta
Che non lo laſcia andar troppo lontano,
Ma faria ſorſè, mentre che diletta
Il mio cantar, conſiglio vtile e ſano
Di finirlo piú toſto che ſeguire
Tanto che v’ annoiaffe il troppo dire.