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Lo fa lauar Aſtolfo fette volte
E fette volte ſotto acqua l’attuffa,
Si che dal viſo e da le membra ſtolte
Lena la brutta rugine e la muſſa,
Poi co certe herbe a queſto effetto colte
La bocca chiuder fa che ſoſſia e buffa:
Che non volea e’ haueſſe altro meato
Onde ſpirar, che per lo naſo, il ſiato.
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Haueaſi Aſtolfo apparecchiato il vaſo,
In che il Senno d’Orlando era rinchiuſo,
E quello in modo approptquogli al naſo
Che nel tirar che fece il ſiato in ſuſo,
Tutto il voto, marauiglioſo caſo
Che ritorno la mente al primier’ vſo,
E ne ſuoi bei diſcorſi l’intelletto
Riuenne piú che mai lucido e netto.
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Come chi da noioſo e graue ſonno,
Oue o vedere abomineuol ſorme
Di moſtri, che non ſon, ne ch’effer póno
O gli par coſa far ſtrana & enorme,
Anchor ſi marauiglia, poi che donno
E fatto de ſuoi ſenſi, e che non dorme:
Coſi poi che ſu Orlando d’error tratto
Reſto marauiglioſo e ſtupefatto.
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E Brandimarte, e il ſratel d’Aldabella,
E quel che’l ſenno in capo gli riduſſe,
Pur penſando riguarda, e non fauella
Come egli quiui e quando ſi conduſſe,
Giraua gliocchi in queſta parte e in qlla
Ne ſapea imaginar doue ſi ſuſſe,
Si marauiglia che nudo ſi vede
E tante funi ha da le ſpalle al piede.
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Poi diſſe, come giá diſſe Sileno
A quei che lo legar nel cauo ſpeco,
Soluite me, con viſo ſi ſereno
Con guardo ſi men del vſato bieco:
Che ſu ſlegato, e de panni e’ hauieno
Fatti arrecar, participaron ſeco,
Confolandolo tutti del dolore
Che lo premea di ql paſſato errore.
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Poi che ſu all’effer primo ritornato
Orlando piú che mai faggio e virile,
D’amor ſi trouo inſieme liberato,
Si che colei che ſi bella e gentile
Gli parue dianzi, e e’ hauea tanto amato
Non ſtima piú ſé non per coſa vile,
Ogni ſuo ſtudio, ogni diſio riuolſe
A racquiſtar, quanto giá Amor le tolſe.
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Narro Bardino intanto a Brandimarte
Che morto era il ſuo padre Monodante,
E che a chiamarlo al regno egli da parte
Voni 11 ;i prima del ſratel Gigliante:
Poi de le genti, c’habitan le ſparte
Iſole in mare e l’ultime in Leuante,
Di che non era vn’ altro regno al mondo
Si ricco populofo, o ſi giocondo.
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Diſſe tra piú ragion che douea farlo
Che dolce coſa era la patria: e quando
Si diſponeſſe di voler guſtarlo
Hauria poi ſempre i odio andare errado,
Brandimarte riſpofe, voler Carlo
Seruir per tutta queſta guerra e Orlado:
E ſé potea vederne il ſin, che poi
Penferia meglio fopra i caſi ſuoi.