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I duo campion chevedeno turbarli
Cótra ogni accordo 9tra ogni prometta.
Senza piú l’un con l’altro trauagliarſi
Anzi ogni ingiuria hauèdoſi rimeria
Fede ſi dan, ne qua: ne la impacciarli
Fin che la coſa non ſia meglio eſpreffa
Chi ſtato ſia che i patti ha rotto inante,
O’I vecchio Carlo o’I giouene Agramate
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E replican con nuoui giuramenti
D’ eſſer nimici a chi manco di fede,
Sozopra ſé ne van tutte le genti
Chi porta inanzi: e chi ritorna il piede,
Chi ſia ſra i vili, e chi tra i piú valenti
In vn’atto medeſimo ſi vede:
Son tutti parimente al correr preſti
Ma quei corrono inanzi, e indietro qſti.
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Come leurier che la ſugace ſera
Correre intorno, & aggirarli mira,
Ne può co gli altri cani adare í ſchiera
Che’l cacciator lo tien, ſi ſtrugge d’ira
Si tormenta, s’affligge, e ſi diſpera:
Schiattile indarno, e ſi dibatte e tira:
Coſi ſdegnoſa infin’allhora ſtata
Marphiſa era quel di con la Cognata.
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Fin’ a qll’hora hauean quel di vedute
Si ricche prede in ſpatiofo piano:
F che foſſer dal patto ritenute
Di non poter ſeguirle e pomi mano
Ramaricate s’ erano e dolute
E n’ hauean molto ſoſpirato in vano
Hor che i patti e le triegue vider rotte
Liete ſaltar ne l’Africane ſrotte.
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Marphiſa caccio l’haſta per lo petto
Al primo che ſcótro due braccia dietro:
Poi trafile il brado, e I me ch nò l’ho detto
Spezzo quattro elmi che sèbrar di vetro
Bradamante non ſé minore effetto
Ma l’haſta d’or, tenne diuerſo metro,
Tutti quei che tocco per terra miſe
Duotanti ſur, ne perho alcuno vcciſe.
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Queſto ſi preſſo l’una all’altra fero
Che teſtimonie ſé ne fur tra loro,
Poi ſi feoſtaro, & a ferir ſi diero
Oue le traſſe l’ira: il popul Moro,
Chi potrá còto hauer d’ogni guerriero
Ch’a terra mandi quella lancia d’oro?
O d’ ogni teſta che tronca o diuiſa
Sia da la horribil ſpada di Marphiſa?
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Come al ſoſſiar de piú benigni venti
Quado Apènin ſcuopre l’herboſe ſpalle
Muouonſi a par duo turbidi torrenti
Che nel cader fan poi diuerſo calle,
Suellono i faſſi e gli arbori eminenti
Da l’alte ripe, e portar] ne la valle
Le biade e i campi, e quaſi a gara fanno
A chi far può nel ſuo camin piú danno,
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Coſi le due magnanime guerriere
Scorrendo il campo per diuerſa ſtradii.
Gran ſtrage fan ne l’Africane ſchiere,
L’una con P haſta, e l’altra con la ſpada,
Tiene Agramante a pena alle bandiere
La gente ſua, ch’in ſuga non ne vada,
In van domanda: in van volge la ſronte
Ne può ſaper chejla di Rodomonte