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Si che non pur la gente che gli chiede
Per muouer guerra al regno di Biſerta
Ma centomila fopra gli ne diede,
E gli ſé anchor di ſua perſona oſſerta,
La gente a pena, ch’era tutta a piede:
Potea capir ne la capagna aperta,
Che di caualli ha ql paeſe inopia,
Ma d’ Elephanti e de camelli copia.
[29]
La notte inanzi il di: che a ſuo camino
l’eſercito di Nubia douea porſe,
Monto ſu l’Hippogrypho il Paladino
E verſo Mezodi, con fretta corſe:
Tato che giunſe al monte che l’Auſtrino
Vento produce, e ſpira contra P Orſe:
Trouo la caua, onde per ſtretta bocca
Quando ſi deſta il ſurioſo ſcocca,
[30]
E come raccordogli il ſuo maeſtro
Hauea ſeco arrecato vn’ utre voto,
Ilqual mentre ne V antro oſcuro alpeſtro
Affaticato dorme il fiero Noto
Allo ſpiraglio pon tacito e deſtro:
Et e P aguato in modo al vento ignoto
Che credendoli vſcir ſuor la dimane
Preſo e legato in quello vtre rimane.
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Di tanta preda il Paladino allegro
Ritorna in Nubia, e la medeſma luce
Si pone a caminar col popul negro,
E vettouaglia dietro ſi conduce,
A ſaluamento con lo ſtuolo integro
Verſo P Atlante il glorioſo Duce
Pel mezo vien de la minuta ſabbia:
Séza temer ch’I vèto a nuocer glihabbia
[32]
E giunto poi di qua dal giogo: in parte
Onde il pian ſi diſcuopre e la marina:
Aſtolfo elegge la piú nobil parte
Del capo, e la meglio atta a diſciplina,
E qua, e la per ordine la parte
A pie d’un colle, oue nel pian confina,
Quiui la laſcia, e ſu la cima aſcende
In viſta d’huom ch’a gra pèſieri intende.
[33]
Poi che inchinando le ginocchia fece
Al ſanto ſuo maeſtro oratione,
Sicuro che ſia vdita la ſua prece
Copia di faſſi a far cader ſi pone,
quato a chi ben crede in Chriſto lece:
1 faſſi ſuor di naturai ragione
Creſcendo ſi vedean venire in giuſo
E ſormar ventre, e gabe, e collo, e muſo.
[34]
E con chiari anitrir giú per quei calli
Venian ſaltando, e giunti poi nel piano
Scuotean le groppe, e fatti eran caualli
Chi baio, e chi leardo, e chi rouano,
La turba ch’aſpettando ne le valli
Staua alla poſta, lor daua di mano,
Si che in poche hore fur tutti montati
Che con fella e con ſreno erano nati.
[35]
Ottanta mila cento e dua in vn giorno
Fé di pedoni Aſtolfo cauallieri,
Con queſti tutta ſcorſe Africa intorno
Facendo prede, incendi, e prigionieri:
Poſto Agramante hauea fin’ al ritorno
Il Re di Feria, e’l Re de gli Algazeri,
Col Re Branzardo a guardia del Paefe,
E queſti ſi ſer contra al Duca Ingleſe.