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Giá fendo in atto di partir: s’udirò
Le ſtrade riſonar dietro le ſpalle,
D’un lugo calpeſtio: che gli occhi í giro
Fece a tutti voltar giú ne la valle,
E lungi quanto eſſer potrebbe vii tiro
Di mano, andar per vno iſtretto calle
Vider da ſorſè venti armati in ſchiera
Di che parte in arcion parte a pied’era.
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E che trahean con lor fopra vn cauallo
Dona ch’ai viſo hauer parea molt’anni,
A guiſa che ſi mena vn che per fallo
A fuoco o a ceppo o a laccio ſi condanni,
Laqual ſu (non oſtante l’interuallo)
Toſto riconoſciuta al viſo e a i panni
La riconobber queſte de la villa
Eſſer la cameriera di Druſilla.
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La Cameriera che con lei ſu preſa
Dal rapace Tanacro come ho detto,
Et a chi ſu dipoi data l’impreſa
Di quel venen: che fe’l crudele effetto,
No era entrata ella con l’altre in chieſa,
Che di quel che ſegui ſtaua in ſoſpetto,
Anzi in quel tempo de la villa vſcita
Oue eſſer ſpero ſalua: era fugita.
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Hauuto Marganor poi di lei ſpia
Laqual s’ era ridotta in oſtericche,
Non ha ceſſato mai di cercar via
Come í ma l’habbia accio l’abruci o ipicche
E ſinalmente l’Auaritia ria
Moſſa da doni e da proferte ricche
Ha fatto ch’un Baron ch’afficurata
L’hauea I ſua terra, a Marganor l’ha data.
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E mandata glie l’ha fin’ a Coſtanza
Sopra vn ſomier come la merce s’ uſa:
Legata e ſtretta e toltole poſſanza
Di far parole, e in vna caffa chiuſa,
Onde poi queſta gente l’ha ad inſtanza
Del’huom ch’ogni pietade ha da ſé eſclufa
Quiui gdotta, co diſegno e’ habbia
l’empio a sfogar fopra di lei ſua rabbia.
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Come il gran fiume che di Vefulo eſce
Quato piú inanzi e verſo il mar diſcède:
E che con lui Lambra, e Ticin ſi meſce,
Et Ada, e gli altri onde tributo prende,
Tanto piú altiero e impetuoſo creſce:
Coſi Ruggier: quante piú colpe intende
Di Marganor: coſi le due guerriere:
Se gli fan contra piú fdegnoſe e ſiere.
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Elle fur d’odio, elle fur d’ira tanta
Contra il crudel per tante colpe acceſe,
Che di punirlo, mal grado di quanta
Gente egli hauea, concluſion ſi preſe,
Ma dargli preſta morte troppo ſanta
Pena lor parue, e indegna a tante oſſeſe,
Et era meglio fargliela ſentire
Fra ſtratio prolungandola e martire.
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Ma prima liberar la Dona e honeſto
Che ſia condotta da quei Birri a morte,
Lentar di briglia col calcagno preſto
Fece a preſti deſtrier far le vie corte,
Non hebbon gliaſſaliti mai di queſto
Vno incontro piú acerbo ne piú ſorte:
Si che han di gratia di laſciar gli feudi
E la Donna, e l’arneſe, e ſuggir nudi.