Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/510


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Dune io 9chiudo í sòma, ch’ogni etate
     Molte ha divoi degne d’hiſtoria hauute,
     Ma per inuidia di ſcrittori ſtate
     Non ſete dopo morte conoſciute,
     Uche piú non fará, poi che voi fate
     Per voi ſteſſe immortai voſtra virtute,
     Se far le due cognate ſapean queſto
     Si ſapria meglio ogni lor degno geſto.

 [24]
Di Bradamante e di Marphiſa dico
     Le cui vittorioſe inelyte proue
     Di ritornare in luce m’affatico:
     Ma de le diece mancami le noue,
     Queſte ch’io ſo, ben volentieri eſplico,
     Si perche ogni bell’opra ſi de doue
     Occulta ſia ſcoprir, ſi perche bramo
     A voi Dòne aggradir e’ honoro & amo.

 [25]
Staua Ruggier com’io vi diſſi in atto
     Di partirli, & hauea cómiato preſo
     E dall’arbore il brando giá ritratto
     Che come dianzi non gli ſu conteſo,
     Quado vn gra piato che no lungo tratto
     Era lontan, lo ſé reſtar foſpefo
     E con le Donne a qlla via ſi moſſe,
     Per aiutar doue biſogno foſſe,

 [26]
Spingòſi inazi: e via piú chiaro il ſuon ne
     Viene, e via piú ſon le parole inteſe:
     Giunti ne la vallea trouan tre done
     Che fan quel duolo, assai ſtrane I arneſe:
     Che fin’ all’ombilico ha lor le gonne
     Scorciate, non ſo chi poco corteſe,
     E per non ſaper meglio elle celarſi
     Sedeano in terra: e no ardian leuarſi,

 [27]
Come quel figlio di Vulcan che venne
     Fuor de la polue ſenza madre in vita,
     E Pallade nutrir ſé con ſolenne
     Cura d’Aglauro, al veder troppo ardita,
     Sedendo aſcoſi i brutti piedi tenne
     Su la quadriga, da lui prima ordita,
     Coſi quelle tre giouani le coſe
     Secrete lor, tenean fedendo aſcoſe.

 [28]
Lo ſpettacolo enorme e dishoneſto
     l’una e l’altra magnanima guerriera
     Fé de’l color, che ne i giardin di peſto
     Eſſer la roſa ſuol da primauera,
     Riguardo Bradamante, e manifeſto
     Toſto le ſu, ch’Vllania vna d’eſſe era,
     Vllania che da l’Iſola perduta
     In Francia meſſaggiera era venuta.

 [29]
E riconobbe non men l’altre due
     Che doue vide lei vide eſſe anchora,
     Ma ſé n’ andaron le parole ſue
     A quella de le tre ch’ella piú honora,
     E le domanda chi ſi iniquo ſue
     E ſi di legge e di coſtumi ſuora
     Che quei ſegreti a gliocchi altrui riueli
     Che quanto può, par che Natura celi.

 [30]
Vllania che conoſce Bradamante
     No meno ch’alle inſegne, alla fauella:
     Eſſer colei che pochi giorni inante
     Hauea gittati i tre guerrier di fella,
     Narra che ad vn caſtel poco diſtante
     Vna ria gente e di pietá ribella
     Oltre a IP ingiuria di ſcorciarle i panni
     l’hauea battuta e fattoi’ altri danni.