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Se chi ſian queſte, e di ciaſcunavoglio
Render buon conto, e degno pgio darle,
Biſognera ch’io verghi piú d’un ſoglio
E c’hoggi il canto mio d’altro non parie:
E s’ a lodarne cinque o fei ne toglio
Io potrei l’altre oſſendere e ſdegnarle,
Che faro duque? ho da tacer d’ognuna?
O pur ſra tante ſceglierne ſol vna?
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Sceglieronne vna, e ſceglierolla tale
Che ſuperato haura [’ inuidia in modo
Che neſſun’ altra potrá hauere a male
Se l’altre taccio e ſé lei ſola lodo,
Queſt’ una ha no pur ſé fatta immortale
Col dolce ſtil di che il meglior non odo,
Ma può qualunque di cui parli o ferina
Trar del ſepolchro, e far ch’eterno viua.
[17]
Come Phebo la candida ſorella
Fa piú di luce adorna: e piú la mira
Che Venere, o che Maia, o ch’altra ſtella
Che va col cielo, o che da ſé ſi gira,
Coſi facundia piú ch’all’altre: a quella*
Di ch’io vi parlo, e piú dolcezza ſpira,
E da tal ſorza all’alte ſue parole
Ch’orna a di noſtri il ciel d’un’ altro Sole.
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Vittoria e’l nome, e ben conuienſi a nata
Fra le vittorie, & a chi o vada o ſtanzi
Di Trophei ſempre e di Trióphi ornata
l.a vittoria habbia ſeco, o dietro o inazi:
Queſta e vii’ altra Artemiſia, che lodata
Fu di pietá verſo il ſuo Mauſolo: anzi
Tato maggior: qjto e piú assai bell’opra
Che por ſotterra vn huo, trarlo di fopra.
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Se Laodamia: ſé la moglier di Bruto:
S’Arria: s’ Argia: s’ Euadne: e s’ altre molte
Meritar laude per hauer voluto
Morti i mariti eſſer con lor ſepolte,
Quanto honore a vittoria e piú douuto
Che di Lethe: e del Rio che noue volte
L’Obre circòda: ha tratto il ſuo conſorte
Mal grado de le Parche e de la Morte.
[20]
S’al fiero Achille inuidia de la chiara
Meonia Tromba il Macedonico hebbe,
Quato inuitto Franceſco di Peſcara
Maggiore a te, ſé viueſſe hor, l’haurebbe
Che ſi caſta mogliere, e a te ſi cara
Canti l’eterno honor che ti ſi debbe,
E che per lei fi’l nome tuo rimbobe
Che da bramar no hai piú chiare tròbe.
[21]
Se quanto dir ſé ne potrebbe, o quanto
Io n’ho deſir, voleſſi porre i carte,
Ne direi lungamente, ma non tanto
Ch’ a dir no ne reſtaffe ancho gran parte,
E di Marphiſa e de i compagni in tanto
La bella hiſtoria rimarria da parte,
Laquale io vi promiſi di ſeguire
S’ in queſto canto mi verrette a vdire,
[22]
Hora eſſendo voi qui per aſcoltarmi:
Et io per non mancar de la promeſſa,
Serberò a maggior otio di prouarmi
Ch’ ogni laude di lei (la da me eſpreffa,
No perch’ io creda biſognar miei carmi
A chi ſé ne fa copia da ſé ſteffa,
Ma ſol per ſatisfare a queſto mio
C’ho d’honorarla e di lodar diſio.