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Non reſtate perho donne a cui gioua
Il bene oprar, di ſeguir voſtra via,
Ne da voſtra alta impreſa vi rimuoua
Tema che degno honor non vi ſi dia,
Che come coſa buona non ſi troua
Che duri ſempre, coſi anchor ne ria,
Se le charte ſin qui ſtate e gl’inchioſtri
Per voi non ſono, hor ſono a tèpi noſtri.
[8]
Dianzi Marullo, & il Pontan per vui
Sono e duo Strozzi il padre e’l figlio ſtati
Ce il Bèbo, c’è il Capei, c’è chi qual lui
Vediamo, ha tali i cortigian ſormati:
C evn Luigi Alaman ce ne ſon dui
Di par da Marte, e da le Muſe amati
Ambi del ſangue che regge la terra,
Che’l Menzo fende e d’alti ſtagni ferra
[9]
Di queſti l’uno oltre che’l proprio inſtito
Ad honorarui e a riuerirui inchina
E far Parnaſſo riſonare e Cintho
Di voſtra laude: e porla al ciel vicina,
l’amor la fede il ſaldo e non mai vinto
Per minacciar di ſtratii e di ruina
Animo ch’Iffabella gli ha dimoſtro:
Lo fa assai piú, che di ſé ſteffo: voſtro.
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Si che non e per mai trouarſi ſtanco
Di farui honor ne i ſuoi viuaci carmi,
E s’ altri vi da biaſmo, non e ch’ancho
Sia piú pròto di lui per pigliar l’armi,
E non ha il mondo cauallier che manco
La vita ſua per la virtú riſpiarmi,
Da inſieme egli materia ond’ altri ſcriua
E fa la gloria altrui ſcriuendo viua.
[11]
Et e ben degno che ſi ricca Donna
Ricca di tutto quel valor che poſſa
Eſſer ſra quante al mòdo portin gonna,
Mai non ſi ſia di ſua conſtantia moſſa,
E ſia ſtata per lui vera colonna
Sprezzando di Fortuna ogni percoſſa,
Di lei degno egli, e degno ella di lui
Ne meglio s’accoppiaro vnque altri dui.
[12]
Nuoui Trophei pon ſu la riua d’ Oglio
Ch’in mezo a ferri a ſuochi anaui a ruote
Ha ſparfo alcun tanto ben ſcritto ſoglio
Che’l vicin fiume Tuidia hauer gli puote:
Appreſſo a qſto vn’ Hercol Bentiuoglio,
Fa chiaro il voſtro honor co chiare note
E Renato Triuulcio, e’l mio Guidetto
E’l Molza a dir di voi da Phebo eletto.
[13]
C’e’l Duca de Carnuti Hercol ſigliuolo
Del Duca mio, che ſpiega l’ali come
Canoro Cigno, e va cantando a volo
E fin’ al cielo vdir fa ilvoſtro nome,
C e il mio Signor del Vaſto a cui no ſolo
Di dare a mille Athene, e a mille Rome
Di ſé materia baſta, ch’ancho accenna
Volerai eterne far con la ſua penna.
[14]
Et oltre a queſti & altri e’ hoggi hauete
Che v’ hanno dato gloria, e ve la danno:
Voi per voi ſteſſe dar ve la potete,
Poi che molte laſciando l’ago e’l panno
Son con le Muſe a ſpegnerfi la ſete
Al ſonte d’ Aganippe andate, e vanno,
E ne ritornan tai che l’opra voſtra
E piú biſogno a noi ch’a voi la noſtra.