Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/504


 [60]
Concetti foſte da Ruggier fecondo,
     Vi ſu Galaciella genitrice:
     I cui ſratelli hauendole dal mondo
     Cacciato il genitor voſtro inſelice:
     Séza guardar e’ haueſſe in corpo il podo
     Divoi, ch’ufeiſte pur di lor radice,
     La ſer: perche s’ haueſſe ad affogare
     S’ un debol legno porre in mezo al mare.

 [61]
Ma Fortuna, che voi ben che non nati
     Hauea giá eletti a glorioſe impreſe,
     Fece che’l legno a i liti inhabitati
     Sopra le Syrti a ſaluamento ſcefe,
     Oue, poi che nel mondo v’ hebbe dati:
     L’anima eletta al Paradiſo aſceſe,
     Come Dio volſe: e ſu voſtro deſtino:
     A queſto caſo io mi trouai vicino.

 [62]
Diedi: alla madre ſepoltura honeſta
     Qual potea darſi in ſi deſerta arena,
     E voi teneri auolti ne la veſta
     Meco portai fu’l monte di Carena,
     E manſueta vſcir de la foreſta
     Feci e laſciare i ſigli vna Leena:
     De le cui poppe dieci meſi e dieci
     Ambi nutrir con molto ſtudio feci.

 [63]
Vn giorno che d’andar per la contrada
     E da la ſtaza allontanar m’occorſe
     Vi foprauenne a caſo vna maſnada
     D’ Arabi (e ricordaruene de ſorſè)
     Che te Marphiſa tolſer ne la ſtrada
     Ma no poter Ruggier: che meglio corſe,
     Reſtai de la tua perdita dolente
     E di Ruggier guardian piú diligente.

 [64]
Ruggier ſé ti guardo mentre che viſſe
     Il tuo maeſtro Atlante tu lo fai,
     Di te ſenti predir le ſtelle ſiſſe
     Che tra Chriſtiani a tradigion- morrai,
     E perche il male inſluſſo non ſeguiſſe,
     Tenertene lontan m’affaticai,
     Ne oſtare al ſin potendo alla tua voglia,
     Infermo caddi, e mi mori di doglia.

 [65]
Ma inanzi a morte, qui doue preuidi
     Che con Marphiſa hauer pugna doueui,
     Feci raccor con inſernal ſuſſidi
     A ſormar queſta tomba i faſſi greui,
     Et a Charon diſſi con alti gridi
     Dopo morte non vo lo ſpirto leui
     Di queſto boſco, ſin che non ci giugna
     Ruggier con la ſorella per far pugna,

 [66]
Coſi Io ſpirto mio per le belle ombre
     Ha molti di aſpettato il venir voſtro,
     Si che mai geloſia piú non t’ ingombre
     O Bradamante ch’ami Ruggier noſtro,
     Ma tèpo e hormai ch de la luce io ſgobre
     E mi conduca al tenebroſo chioſtro:
     Qui ſi tacque, e a Marphiſa & alla ſiglia
     D’amò laſcio e a ruggier gra marauiglia

 [67]
Riconoſce Marphiſa per ſorella
     Ruggier con molto gaudio, & ella lui:
     E ad abbracciarſi, ſenza oſſender quella
     Che per Ruggiero ardea, vano ambidui:
     E ramentando de l’etá nouella
     Alcune coſe, i feci, io diſſi, io ſui,
     Vengon trouando con piú certo effetto
     Tutto eſſer ver quel e’ ha lo ſpirto detto.