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Si che continuando il primo detto
Sono i poeti e gli ſtudiofi pochi:
Che doue non han paſco ne ricetto
Infin le fere abbandonano i lochi:
Coſi dicendo il Vecchio Benedetto
Gliocchi inſiamo ch parueno duo ſuochi
Poi volto al Duca con vn faggio riſo
Torno ſereno il conturbato viſo.
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Reſti con lo ſcrittor de V Euangelo
Aſtolfo hormai, ch’io voglio far’ vn ſalto
Quanto ſia in terra a venir ſin dal cielo:
Ch’io non poſſo piú ſtar ſu l’ali in alto:
Torno alla Donna, a cui con graue telo
Moſſo hauea geloſia crudele aſſalto,
Io la laſciai e’ hauea con breue guerra
Tre Re gittati vn dopo l’altro in terra.
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E che giunta la ſera ad vn cartello
Ch’alia via di Parigi ſi ritroua
D’Agramáte che rotto dal fratello
S’era ridotto in Arli hebbe la nuoua:
Certa che’l ſuo Ruggier foſſe con qllo
Toſto ch’apparue in ciel la luce nuoua
Verſo Prouenza doue anchora inteſe
Che Carlo lo ſeguia la ſtrada preſe.
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Verſo Prouenza per la via piú dritta
Andando s’ incontro in vna donzella
Anchor che foſſe lachrymoſa e afflitta
Bella di faccia e di maniere bella,
Queſta era quella ſi d’ amor traffitta
Per lo ſigliuol di Monodante, quella
Donna gentil, e’ hauea laſciato al ponte
l’amante ſuo prigion di Rodomonte,
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Ella venia cercando vn caualliero
Ch’a far battaglia vſato come lontra
In aqua e in terra foſſe, e coſi fiero
Che lo poteſſe al Pagan porre incontra:
La ſconfolata amica di Ruggiero
Come queſt’ altra ſconfolata incontra
Corteſemente la ſaluta, e poi
Le chiede la cagion de i dolor ſuoi.
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Fiordiligi lei mira, e veder parie
Vn cauallier, ch’ai ſuo biſogno ſia,
E comincia del ponte a ricontarle
Oue impediſce il Re d’ Algier la via,
E ch’era ſtato appreſſo di leuarle
l’amante ſuo, non che piú ſorte ſia
Ma ſapea darſi il Saracino aſtuto
Col ponte ſtretto, e con ql fiume aiuto.
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Se fei (dicea) ſi ardito e ſi corteſe
Come ben moſtri l’uno e l’altro in viſta:
Mi vendica per dio di chi mi preſe
Il mio Signore, e mi fa gir ſi triſta,
O conſigliami al meno in che paeſe
Poſſa io trouare vn ch’a colui refiſta:
E ſappia tanto d’arme e di battaglia
Che’l fiume e’l potè al Paga poco vaglia.
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Oltre che tu farai, quel che conuienſi
Ad huom corteſe, e a caualliero errate
In beneſicio il tuo valor diſpenfi
Del piú fedel d’ ogni fedele amante,
De l’altre ſue virtú non appertienſi
A me narrar, che ſono tante e tante
Che chi non n’ha notitia, ſi può dire
Che ſia del veder priuo e de l’udire.