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Ma come i Cygni che cantando lieti
Rendeno ſalue le medaglie al tempio,
Coſi gli huomini degni, da poeti
Son tolti dal’oblio piú ch morte empio
bene accorti principi e diſcreti
Che ſeguite di Ceſare l’efempio:
E gli ſcrittor vi fate amici, donde
Non hauete a temer di Lethe l’onde.
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Son come i cygni ancho i poeti rari
Poeti che non ſian del nome indegni:
Si perche il ciel de gli huomini preclari
Non paté mai che troppa copia regni,
Si per gran colpa de i Signori auari
Che laſcian mendicare i ſacri ingegni:
Che le virtú premendo, & eſaltando
1 vitii, cacciati le buone arti in bando.
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Credi che Dio queſti ignoranti ha priui
De lo’ntelletto e loro offuſca i lumi:
Che de la poeſia gli ha fatto ſchiui
Accio che morte il tutto ne conſumi,
Oltre che del ſepolchro vicinai] viui
Anchor e’ haueffer tutti i rei coltami,
Pur che ſapeſſon farti amica Cyrra
Piú grato odor hauria ch nardo o mirrha.
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Non ſi pietoſo Enea, ne ſorte Achille
Fu come e fama, ne ſi fiero Hettorre,
E ne ſon ſtati, e mille e mille e milk’
Che lor ſi puon con veritá anteporre,
Ma i donati palazzi e le gran ville
Da i deſcendenti lor, gli ha fatto porre
In queſti ſenza ſin ſublimi honori
Da l’honorate man de gli ſcrittori.
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Non ſu ſi ſanto ne benigno Auguſto
Come la tuba di Virgilio ſuona,
L’hauer hauuto in Poeſia buon guſto
La proferittion iniqua gli perdona,
Neſſun ſapria ſé Neron foſſe ingiuſto
Ne ſua fama faria ſorſè me buona:
Haueſſe hauuto e terra e ciel nimici
Se gli ſcrittor ſapea tenerſi amici.
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Homero, Agaménon vittorioſo
E ſé i Troian parer vili & inerti:
E che Penelopea ſida al ſuo ſpofo
Da i Prochi mille oltraggi hauea foſſerti
E ſé tu vuoi che’l ver non ti ſia aſcoſo
Tutta al contrario l’hiſtoria conuerti:
Che i Greci rotti, e che Troia vittrice
E che Penelopea ſu meretrice.
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Da l’altra parte odi che fama laſcia
Eliſſa c’hebbe il cor tanto pudico,
Che riputata viene vna bagafeia
Solo, perche Maron non le ſu amico,
NO ti marauigliar ch’io n’ habbia abaſcia
E ſé di ciò diffuſamente io dico,
Gli ſcrittori amo e ſo il debito mio
Ch’ al voſtro modo ſui ſcrittore anch’ io.
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E fopra tutti glialtri io feci acquiſto
Che non mi può leuar tempo ne morte,
E ben conuenne al mio lodato Chriſto
Rendermi guidardon di ſi gran ſorte,
Duolmi di quei che ſono al tempo triſto
Quando la corteſia chiuſo ha le porte,
Che co pallido viſo e inaerò e aſciutto
La notte e’l di vi picchian ſenza ſrutto.