Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/489


 [22]
Ma come i Cygni che cantando lieti
     Rendeno ſalue le medaglie al tempio,
     Coſi gli huomini degni, da poeti
     Son tolti dal’oblio piú ch morte empio
     bene accorti principi e diſcreti
     Che ſeguite di Ceſare l’efempio:
     E gli ſcrittor vi fate amici, donde
     Non hauete a temer di Lethe l’onde.

 [23]
Son come i cygni ancho i poeti rari
     Poeti che non ſian del nome indegni:
     Si perche il ciel de gli huomini preclari
     Non paté mai che troppa copia regni,
     Si per gran colpa de i Signori auari
     Che laſcian mendicare i ſacri ingegni:
     Che le virtú premendo, & eſaltando
     1 vitii, cacciati le buone arti in bando.

 [24]
Credi che Dio queſti ignoranti ha priui
     De lo’ntelletto e loro offuſca i lumi:
     Che de la poeſia gli ha fatto ſchiui
     Accio che morte il tutto ne conſumi,
     Oltre che del ſepolchro vicinai] viui
     Anchor e’ haueffer tutti i rei coltami,
     Pur che ſapeſſon farti amica Cyrra
     Piú grato odor hauria ch nardo o mirrha.
     
 [25]
Non ſi pietoſo Enea, ne ſorte Achille
     Fu come e fama, ne ſi fiero Hettorre,
     E ne ſon ſtati, e mille e mille e milk’
     Che lor ſi puon con veritá anteporre,
     Ma i donati palazzi e le gran ville
     Da i deſcendenti lor, gli ha fatto porre
     In queſti ſenza ſin ſublimi honori
     Da l’honorate man de gli ſcrittori.

 [26]
Non ſu ſi ſanto ne benigno Auguſto
     Come la tuba di Virgilio ſuona,
     L’hauer hauuto in Poeſia buon guſto
     La proferittion iniqua gli perdona,
     Neſſun ſapria ſé Neron foſſe ingiuſto
     Ne ſua fama faria ſorſè me buona:
     Haueſſe hauuto e terra e ciel nimici
     Se gli ſcrittor ſapea tenerſi amici.

 [27]
Homero, Agaménon vittorioſo
     E ſé i Troian parer vili & inerti:
     E che Penelopea ſida al ſuo ſpofo
     Da i Prochi mille oltraggi hauea foſſerti
     E ſé tu vuoi che’l ver non ti ſia aſcoſo
     Tutta al contrario l’hiſtoria conuerti:
     Che i Greci rotti, e che Troia vittrice
     E che Penelopea ſu meretrice.

 [28]
Da l’altra parte odi che fama laſcia
     Eliſſa c’hebbe il cor tanto pudico,
     Che riputata viene vna bagafeia
     Solo, perche Maron non le ſu amico,
     NO ti marauigliar ch’io n’ habbia abaſcia
     E ſé di ciò diffuſamente io dico,
     Gli ſcrittori amo e ſo il debito mio
     Ch’ al voſtro modo ſui ſcrittore anch’ io.

 [29]
E fopra tutti glialtri io feci acquiſto
     Che non mi può leuar tempo ne morte,
     E ben conuenne al mio lodato Chriſto
     Rendermi guidardon di ſi gran ſorte,
     Duolmi di quei che ſono al tempo triſto
     Quando la corteſia chiuſo ha le porte,
     Che co pallido viſo e inaerò e aſciutto
     La notte e’l di vi picchian ſenza ſrutto.