[70]
Ella e gagliarda ed e più bella molto;
Ne il ſuo famoſo nome anco t’aſcondo:
Fu Bradamante quella che t’ha tolto
Quanto onor mai tu guadagnaſti al mondo. —
Poi ch’ebbe coſi detto, a freno ſciolto
Il Saracin laſcio poco giocondo,
Che non ſa che ſi dica o che ſi faccia,
Tutto auuampato di vergogna in faccia.
[71]
Poi che gran pezzo al caſo interuenuto
Ebbe penſato inuano, e finalmente
Si trouo da vna femina abbattuto,
Che penſandoui piu, più dolor ſente;
Monto l’altro deſtrier, tacito e muto:
E ſenza far parola, chetamente
Tolſe Angelica in groppa, e differilla
A più lieto vſo, a ſtanza più tranquilla.
[72]
Non furo iti due miglia, che ſonare
Odon la ſelua che li cinge intorno,
Con tal rumore e ſtrepito, che pare
Che triemi la foreſta d’ogn’intorno;
E poco dopo vn gran deſtrier n’appare,
D’oro guernito e riccamente adorno,
Che ſalta macchie e riui, ed a fracaſſo
Arbori mena e cio che vieta il paſſo.
[73]
— Se l’intricati rami e l’aer foſco,
(diſſe la donna) agli occhi non contende,
Baiardo e quel deſtrier ch’in mezzo il boſco
Con tal rumor la chiuſa via ſi fende.
Queſto e certo Baiardo, io ’l riconoſco:
Deh, come ben noſtro biſogno intende!
Ch’un ſol ronzin per dui ſaria mal atto,
E ne viene egli a ſatiſfarci ratto. —
[74]
Smonta il Circaſſo ed al deſtrier ſ’accoſta,
E ſi penſaua dar di mano al freno.
Colle groppe il deſtrier gli fa riſpoſta,
Che fu preſto al girar come vn baleno;
Ma non arriua doue i calci appoſta:
Miſero il cauallier ſe giungea a pieno!
Che nei calci tal poſſa auea il cauallo,
Ch’auria ſpezzato vn monte di metallo.
[75]
Indi va manſueto alla donzella,
Con vmile ſembiante e geſto vmano,
Come intorno al padrone il can ſaltella,
Che ſia duo giorni o tre ſtato lontano.
Baiardo ancora auea memoria d’ella,
Ch’in Albracca il ſeruia gia di ſua mano
Nel tempo che da lei tanto era amato
Rinaldo, allor crudele, allor ingrato.
[76]
Con la ſiniſtra man prende la briglia,
Con l’altra tocca e palpa il collo e ’l petto:
Quel deſtrier, ch’auea ingegno a marauiglia,
A lei, come vn agnel, ſi fa ſuggetto.
Intanto Sacripante il tempo piglia:
Monta Baiardo e l’urta e lo tien ſtretto.
Del ronzin diſgrauato la donzella
Laſcia la groppa, e ſi ripone in ſella.
[77]
Poi riuolgendo a caſo gli occhi, mira
Venir ſonando d’arme vn gran pedone.
Tutta ſ’auuampa di diſpetto e d’ira,
Che conoſce il figliuol del duca Amone.
Più che ſua vita l’ama egli e deſira;
L’odia e fugge ella più che gru falcone.
Gia fu ch’eſſo odio lei più che la morte;
Ella amo lui: or han cangiato ſorte.