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Fu repulſo dal Re, ch’in grande ſlato
Maritar diſegnaua la ſigliuola,
Non a coſtui, che cauallier priuato
Altro non tien che la virtude ſola,
E’l padre mio troppo al guadagno dato
E all’auaritia d’ ogni vitio ſchuola,
Tanto apprezza coſtumi, o virtú ammira
Quanto l’aſino fa il ſuon de la lira.
[20]
Alceſte il cauallier di ch’io ti parlo
(Che coſi nome hauea) poi che ſi vede
Repulſo, da chi piú gratiſicarlo
Era piú debitor, commiato chiede,
E lo minaccia nel partir: di farlo
Pentir, che la ſigliuola non gli diede,
Se n’ado al Re d’Armenia emulo antico
Del Re di Lydia, e capital nimico.
[21]
E tanto ſtimulo che lo diſpofe
A pigliar l’arme e far guerra a mio padre
Eſſo per l’opre ſue chiare e famoſe
Fu fatto capitan di quelle ſquadre,
Del Re d’Armenia tutte l’altre coſe
Diſſe, ch’acquiſteria, ſol le leggiadre
E belle membra mie, volea per ſrutto
De l’opra ſua, vinto e’ haueſſe il tutto.
[22]
Io non ti potre’ eſprimere il gran danno
Ch’ Alceſte al padre mio fa i qlla guerra
Quattro eſerciti rópe, e in men d’un anno
Lo mena a tal, che non gli laſcia terra,
Fuor ch’un caſtel, ch’alte pendici fanno
Fortiſſimo, e la dentro il Re ſi ferra
Con la famiglia che piú gli era accetta,
E eoi theſor che trar vi puote in fretta.
[23]
Quiui aſſedionne Alceſte, & in nò molto
Termine, a tal diſperation ne traſſe,
Che p buon patto hauria mio padre tolto
Che moglie e ſerua achor, me gli laſciaffe,
CO la meta del regno, s’ indi aſſolto
Reſtar d’ ogni altro danno ſi ſperaffe,
Vederli in breue de l’auanzo priuo
Era ben certo, e poi morir captiuo.
[24]
Tentar prima ch’accada, ſi diſpone
Ogni rimedio che poſſibil ſia,
E me che d’ogni male era cagione
Fuor de la rocca ou’ era Alceſte inuia,
Io vo ad Alceſte con intentione
Di dargli in preda la perſona mia,
E pregar che la parte che vuol tolga
Del regno noſtro, e l’ira in pace volga:
[25]
Come ode Alceſte ch’io vo a ritrouarlo
Mi viene incontra pallido e tremante,
Di vinto e di prigione a riguardarlo
Piú che di vincitore haue ſembiante,
Io che conoſco ch’arde, non gli parlo
Si come hauea giá diſegnato inante,
Viſta l’occaſion ſo pender nuouo
Coueniente al grado in ch’io lo trouo.
[26]
A maledir comincio l’amor d’effo
E di ſua crudeltá troppo a dolermi,
Ch’ iniquaméte habbia mio padre oppſſo
E che p ſorza habbia cercato hauermi,
Che con piú gratia gli faria ſucceſſo
Indi a non molti di: ſé tener fermi
Saputo haueſſe i modi cominciati,
Ch’ai Re & a tutti noi ſi ſuron grati.