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canto primo 13


 [62]
Non ſi vanno i Leoni, o i Tori in ſalto
     A dar di petto ad accozzar ſi crudi
     Si come i duo guerrieri al fiero aſſalto
     Che parimente ſi paſſar gli ſcudi:
     Fe lo ſcontro tremar dal baſſo all’alto
     L’herboſe valli inſino ai poggi ignudi
     E ben giouo che fur buoni e perfetti
     Glioſberghi ſi, che lor ſaluaro i petti.

 [63]
Gia non fero i caualli vn correr torto
     Anzi cozzaro a guiſa di montoni,
     Quel del Guerrier pagan mori di corto
     Ch’era viuendo in numero de buoni:
     Quell’altro cadde āchor, ma fu riſorto
     Toſto ch’al fianco ſi ſenti gli ſproni:
     Quel del Re ſaracin reſto diſteſo
     Adoſſo al ſuo Signor con tutto il peſo.

 [64]
L’incognito campion che reſto ritto
     E vide l’altro col cauallo in terra
     Stimando hauere aſſai di quel conflitto
     Non ſi curo di rinouar la guerra:
     Ma doue per la ſelua e il camin dritto
     Correndo a tutta briglia ſi diſſerra:
     E prima che di briga eſca il pagano
     Vn miglio o poco meno: e gia lontano.

 [65]
Qual iſtordito e ſtupido aratore
     Poi ch’e paſſato il fulmine ſi leua
     Di la: doue l’altiſſimo fragore
     Appreſſo ai morti buoi ſteſo l’haueua
     Che mira ſenza fronde e ſenza honore
     Il Pin che di lontan veder ſoleua:
     Tal ſi leuo il Pagano, a pie rimaſo
     Angelica preſente al duro caſo.

 [66]
Soſpira e geme, non perche l’annoi
     Cħ piede o braccia ſ’habbi rotto o moſſo
     Ma per vergogna ſola, onde a di ſuoi
     Ne pria ne dopo il viſo ebbe ſi roſſo,
     E più ch’oltre il cader, ſua donna poi
     Fu che gli tolſe il gran peſo d’adoſſo
     Muto reſtaua, mi cred’io, ſe quella
     Non gli rendea la voce e la fauella.

 [67]
Deh! (diſs’ella) Signor non vi rincreſca
     Che del cader non e la colpa voſtra:
     Ma del cauallo, a cui ripoſo & eſca
     Meglio ſi cōuenia che nuoua gioſtra:
     Ne pcio q̄l guerrier ſua gloria accreſca
     Che d’eſſer ſtato il perditor dimoſtra:
     Coſi, per quel ch’io me ne ſappia, ſtimo
     Quādo a laſciare il cāpo e ſtato primo.

 [68]
Mentre coſtei conforta il Saracino
     Ecco col corno, e cō la taſca al fianco
     Galoppando venir ſopra vn ronzino
     Vn meſſagger, cħ parea afflitto e ſtāco
     Che come a Sacripante fu vicino
     Gli dōando, ſe con vn ſcudo bianco
     E con vn bianco pennoncello in teſta
     Vide vn guerrier paſſar per la foreſta.

 [69]
Riſpoſe Sacripante: come vedi
     M’ha q̄ abbattuto, e ſe ne parte hor’hora
     E pch’io ſappia chi m’ha meſſo a piedi
     Fa che per nome io lo conoſca anchora
     Ed egli a lui, di quel che tu mi chiedi
     Io ti ſatiſfaro ſenza dimora
     Tu dei ſaper che ti leuo di ſella
     L’alto valor d’una gentil donzella.