Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/467


[68]
E preſti o di morire, o di vendetta
     Subito far del riceuuto oltraggio,
     Accio la meſſaggiera che ſu detta
     Vllania, che nomata piú non haggio,
     La mala opinion e’ hauea concetta
     Forſè di lor, ſi tolga del coraggio,
     La ſigliuola d’ Amon sfidano a gioſtra
     Torto che ſuor del ponte ella ſi moſtra,

[69]
Non penſando perho che ſia donzella
     Che neſſun geſto di donzella hauea,
     Bradamante ricuſa come quella
     Ch’in fretta giá, ne ſoggiornar volea,
     Pur tanto e tanto fur moleſti, ch’ella
     Che negar ſenza biaſmo non potea,
     Abbaffo l’haſta & a tre colpi in terra
     Li mando tutti: e qui ſini la guerra,

[70]
Che ſenza piú voltarſi moſtro loro
     Lontan le ſpalle, e dileguoſſi toſto,
     Quei che per guadagnar lo ſcudo d’oro
     Di paeſe venian tanto difeoſto,
     Poi che ſenza parlar ritti ſi ſoro
     Che ben l’hauea co ogni ardir deporto,
     Stupefatti parean di marauiglia,
     Ne verſo Vllania ardian d’ alzar le ciglia

[71]
Che con lei molte volte per camino
     Dato s’ hauean troppo orgoglioſi vanti:
     Che non e cauallier ne paladino
     Ch’ai minor di lor tre duraſſe auanti,
     La Dona pche anchor piú a capo chino
     Vadano, e piú non ſia coſi arroganti,
     Fa lor ſaper che ſu (emina quella,
     Non paladin che li leuo di fella.

[72]
Hor che douete (diceua ella) quando
     Coſi v’habbia vna femina abbattuti,
     Penſar che ſia Rinaldo o che ſia Orládo?
     Nò ſenza cauſa in tant’honore hauuti,
     S’un d’effi haura lo ſcudo, io vi domado
     Se migliori di quel che ſiate ſuti
     Contra vna donna, contra lor farete?
     Noi credo io giá, ne voi ſorſè il credete.

[73]
Queſto vi può baſtar, ne vi biſogna
     Del valor voſtro hauer piú chiara pua:
     E quel di voi che temerario aggogna
     Far di ſé in Francia eſperientia nuoua,
     Cerca giungere il dáno alla vergogna,
     In che hieri & hoggi s’ e trouato e troua:
     Se ſorſè egli non ſtima vtile e honore
     Qualhor p ma di tai guerrier ſi muore.

[74]
Poi che ben certi i cauallieri fece
     Vllania che quell’era vna donzella
     Laqual fatto hauea nera piú che pece
     La fama lor: ch’eſſer ſolea ſi bella:
     E doue vna baſtaua: piú di diece
     Perſone il detto confermar di quella:
     Erti fur per voltar l’arme in ſé ſterti
     Da tal dolor da tanta rabbia opprerti.

[75]
E da lo ſdegno e da la ſuria ſpinti
     L’arme ſi ſpoglian quate n’hano in doſſo,
     Ne ſi laſcian la ſpada onde eran cinti
     E del cartel la gittano nel ſoſſo,
     E giurati poi che gli ha vna donna vinti
     E fatto fu’l terren battere il doſſo,
     Che per purgar ſi graue error ſtaranno
     Senza mai veſtir l’arme intero vn’anno.