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Il Re di Suetia che primier ſi morte
Fu primier’ ancho a riuerſciarfi al piano,
Con tanta ſorza l’elmo gli percoſſe
l’haſta che mai no ſu abbaſſata in vano,
Poi corſe il Re di Gothia: e ritrouoſſe
Co i piedi in aria al ſuo deſtrier lontano,
Rimaſe il terzo ſotto fopra volto
Ne l’acqua e nel pantan mezo ſepolto.
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Toſto ch’ella a i tre colpi tutti glihebbe
Fatto andar co i piedi alti e i capi baffi:
Alla rocca ne va, doue hauer debbe
La notte albergo, ma prima che paſſi
V e chi la fa giurar, che n’ uſcirebbe
Semp ch’a gioſtrar ſuori altri chiamaſſi,
Il Signor de la dentro che’l valore
Ben n’ ha veduto le fa grande honore.
[78]
Coſi le fa la Donna che venuta
Era con quegli tre quiui la ſera:
Come io dicea, da l’Iſola perduta
Mandata al Re di Francia meſſaggiera,
Corteſemente a lei che la ſaluta
(Si come gratioſa e affabil’era)
Si leua incontra, e con faccia ſerena
Piglia per mano, e ſeco al fuoco mena.
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La Donna cominciando a diſarmarſi
S’ hauea lo ſcudo e dipoi l’elmo tratto,
Quando vna cuffia d’oro: in che celarſi
Soleano i capei lunghi e ſtar di piatto,
Vſci con l’elmo, onde caderon ſparfi
Giú p le ſpalle, e la ſcopriro, a vn tratto
E la ſeron conoſcer per donzella
NO nwn che ſiera in arme, in viſo bella.
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Quale al cader de le cortine ſuole
Parer ſra mille lampade la Scena,
D’archi, e di piú d’una ſuperba mole,
D’ Oro, e di ſtatue, e di pitture piena,
O come ſuol ſuor de la nube il Sole
Scoprir la faccia limpida e ſerena:
Coſi l’elmo leuandofi dal viſo
Moſtro la Dona apriffe il paradiſo.
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Giá ſon creſciute e fatte lunghe in modo
Le belle chiome che tagliolle il ſrate,
Che dietro al capo ne può fare vn nodo,
Benché no ſian come ſon prima ſtate,
Che Bradamate ſia tien fermo e ſodo:
Che ben l’hauea veduta altre ſiate
Il Signor de la rocca, e piú che prima
Hor l’accarezza e moſtra farne ſtima.
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Siedono al fuoco, e co giocodo e hoeſto
Ragionamento dan cibo all’orecchia,
Mentre per ricreare anchora il reſto
Del corpo, altra viuada s’ apparecchia,
La Donna all’hoſte domando ſé queſto
Modo d’albergo, e nuoua vſanza o vecchi:
E qn hebbe pricipio, e chi la poſe,
E’l Caualliero a lei coſi riſpofe.
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Nel tempo che regnaua Fieramonte
Clodione il ſigliuolo hebbe vna amica
Leggiadra e bella e di maniere conte
Quant’ altra foſſe a qlla etade antica,
Laquale amaua tanto: che la ſronte
Non riuolgea da lei, piú che ſi dica
Che faceſſe da Ione il ſuo paſtore,
Pere’ hauea vgual la geloſia all’amore.