[46]
Appreſſo oue il Sol cade per ſuo amore
Venuto era dal capo d’Oriente:
Che ſeppe in India con ſuo gran dolore
Come ella Orlando ſequito in ponente:
Poi ſeppe in Francia che l’Imperatore
Sequeſtrata l’hauea da l’altra gente,
Per darla all’un de duo cħ cōtra il Moro
Più quel giorno aiutaſſe i gigli d’oro.
[47]
Stato era in cāpo e īteſo hauea di quella
Rotta crudel che diāzi hebbe Re Carlo
Cerco veſtigio d’Angelica bella
Ne potuto hauea anchora ritrouarlo:
Queſta e dunque la triſta e ria nouella
Che d’amoroſa doglia fa penarlo
Affligger, lamentare, e dir parole
Che di pieta potrian fermare il Sole.
[48]
Mentre coſtui coſi s’affligge e duole
E fa de gliocchi ſuoi tepida Fonte
E dice queſte e molte altre parole
Che non mi par biſogno eſſer racconte:
L’auenturoſa ſua Fortuna vuole
Ch’alle orecchie d’Angelica ſian conte:
E coſi quel ne viene a vn’hora, a vn puto
Ch’in mille āni, o mai più nō e raggiūto.
[49]
Con molta attenzion la bella donua
Al pianto alle parole, al modo attende
Di colui ch’in amarla non aſſonna:
Ne queſto e il primo di ch’ella l’intende,
Ma dura e fredda più d’una colonna
Ad hauerne pieta non perho ſcēde:
Come colei c’ha tutto il mōdo a ſdegno
E non le par ch’alcun ſia di lei degno.
[50]
Pur tra quei boſchi il ritrouarſi ſola
Le fa penſar di tor coſtui per guida:
Che chi ne l’acqua ſta fin’alla gola
Ben’e oſtinato ſe merce non grida
Se queſta occaſione hor ſe l’inuola
Non trouera mai più ſcorta ſi fida
Ch’a lunga proua conoſciuto inante
S’hauea q̄l Re fedel ſopra ogni amāte.
[51]
Ma non perho diſegna de l’affanno
Che lo diſtrugge, alleggierir chi l’ama,
E riſtorar d’ogni paſſato danno
Cō q̄l piacer ch’ogni amator più brama:
Ma alcuna fintione alcuno inganno
Di tenerlo in ſperanza ordiſce e trama:
Tanto ch’a q̄l biſogno ſe ne ſerua
Poi torni all’uſo ſuo dura e proterua.
[52]
E fuor di quel ceſpuglio oſcuro e cieco
Fa di ſe bella & improuiſa moſtra,
Come di ſelua, o fuor d’ombroſo ſpeco
Diana in Scena o Cytherea ſi moſtra:
E dice all’apparir pace ſia teco
Teco difenda Dio la fama noſtra:
E non comporti contra ogni ragione
C’habbi di me ſi falſa opinione.
[53]
Non mai con tāto gaudio o ſtupor tanto
Leuo gli occhi al figliuolo alcuna madre
C’hauea per morto ſoſpirato e pianto
Poi cħ ſenza eſſo vdi tornar le ſquadre:
Con quāto gaudio il Saracin, con quāto
Stupor: l’alta preſenza, e le leggiadre
Maniere, e il vero angelico ſembiante
Improuiſo apparir ſi vide inante.