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Deh ferma Amor coſtui che cefi ſciolto
Dinanzi al lento mio correr s’ affretta:
O tornami nel grado onde m’hai tolto
Quando ne a te ne ad altri era ſuggetta,
Deh come eil mio ſperar fallace e ſtolto
Ch’ in te con prieghi mai pietá ſi metta
Che ti diletti, anzi ti pafei e viui,
Di trar da gliocchi lachrymoſi riui.
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Ma di che debbo lamentarmi (ahi laſſa)
Fuor che del mio deſire irrationale?
Ch’alto mi leua, e ſi ne l’aria pana,
Ch’arriua in parte oue s’abbrucia l’ale:
Poi non potendo foſtener, mi laſſa
Dal ciel cader, ne qui ſiniſce il male,
Che le rimette e di nuouo arde, ond’io
Non ho mai ſine al precipitio mio.
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Anzi via piú che del diſir mi deggio
Di me doler, che ſi gli aperſi il ſeno:
Onde cacciata ha la ragion di ſeggio
Et ogni mio poter può di lui meno,
Quel mi traſporta ognihor di male í peggio
Ne lo poſſo ſrenar, che nò ha ſreno
E mi fa certa, che mi mena a morte
Per ch’aſpettado il mal noccia piú ſorte.
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Deh pche voglio anello di me dolermi ?
Ch’error ſé non d’amarti vnqua cOmeſſi ?
Che marauiglia ſé ſragili e inſermi
Feminil ſenſi fur ſubito oppreſſi ?
Perche doueu’ io vſar ripari e ſchermi
Che la ſomma beltá non mi piaceffí
Glialti ſembianti e le ſaggie parole
Mifero e ben chi veder ſchiua il Sole.
[24]
Et oltre al mio deſtino, io ci ſui ſpinta
Da le parole altrui degne di fede:
Somma felicita mi ſu dipinta
Ch’effer douea di queſto amor mercede.
Se la perſuaſione ohimè ſu ſinta:
Se ſu ingáno il conſiglio che mi diede
Merlin, poſſo di lui ben lamentarmi
Ma no d’amar Ruggier poſſo ritrarmi.
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Di Merlin poſſo, e di Meliſſa inſieme
Dolermi, e mi dorrò d’effi in eterno:
Che dimoſtrare i ſrutti del mio ſeme
Mi fero da gli ſpirti de lo’nferno:
Per pormi ſol con queſta falſa ſpeme
In ſeruitu, ne la cagion diſcerno
Se non ch’erano ſorſè inuidioſi
De i miei dolci ſicuri almi ripoſi.
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Si l’occupa il dolor che non auanza
Loco, oue in lei conſorto habbia ricetto,
Ma mal grado di quel vieti la ſperanza
E vi vuole alloggiare in mezo il petto:
Rifreſcandole pur la rimembranza
Di ql ch’al ſuo partir l’ha Ruggier detto
E vuol contra il parer de glialtri affetti
Che d’hora in bora il ſuo ritorno aſpetti.
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Queſta ſperanza dunce la ſoſtenne
Finito i venti giorni, vn meſe appreſſo
Si che il dolor ſi ſorte non le tenne
Come tenuto hauria l’animo oppreſſo:
Vn di che per la ſtrada ſé ne venne
Che per trouar Ruggier ſolea far ſpeffo
Nouella vdi la miſera ch’inſieme
Fé dietro all’altro ben ſuggir la ſpeme.