Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/445


 [4]
Per tutto’l regno fa ſcriuer Marſilio
     Gete a piedi, e a cauallo, e triſta, e buona:
     Per ſorza e per amore ogni nauilio
     Atto a battaglia: s’ arma in Barcelona:
     Agramate ogni di chiama a concilio
     Ne a ſpefa ne a fatica ſi perdona:
     In tanto graui eſattioni e ſpeffe
     Tutte hanno le citta d’Africa oppreſſe.

 [5]
Egli ha fatto oſſerire a Rodomonte
     Perche ritorni: & impetrar noi puote:
     Vna cugina ſua ſiglia d’Almonte
     E’l bel regno d’Oran dargli per dote,
     Non ſi volſe l’altier muouer dal ponte
     Oue tant’ arme e tante ſellevote
     Di quei che ſon giá capitati al paſſo
     Ha ragunate, che ne cuopre il ſaſſo.

 [6]
Giá non volſe Marphiſa imitar l’atto
     Di Rodomonte: anzi coni’ ella inteſe
     Ch’Agramante da Carlo era disfatto:
     Sue genti morte ſaccheggiate: e preſe:
     E che con pochi in Arli era ritratto:
     Senza aſpettare inuito il camin preſe,
     Venne in aiuto de la ſua corona
     E l’hauer gli proferſe e la perſona.

 [7]
E gli meno Brunello, e gli ne fece
     Libero dono, ilqual non hauea oſſeſo:
     L’hauea tenuto dieci giorni: e diece
     Notti: ſempre in timor d’effere appeſo,
     E poi che ne con ſorza ne con prece
     Da neſſun vide il patrocinio preſo,
     In ſi ſprezzato ſangue non ſi volſe
     Bruttar l’altiere mani, e lo diſciolſe .

 [8]
Tutte l’antique ingiurie gli remeſſe
     E ſeco in Arli ad Agramante il traſſe,
     Ben douete penſar che gaudio haueffe
     II Re di lei ch’ad aiutarlo andarle:
     E del gran conto ch’egli ne faceſſe
     Volſe che Brunel proua le moſtraffe,
     Che quel di ch’ella gli hauea fatto ceno
     Di volerlo impiccar, ſé da buon ſenno.

 [9]
Il manigoldo in loco inculto & ermo
     Paſto di corui e d’auoltoi laſciollo,
     Ruggier ch’unaltravolta gli ſu ſchermo
     E che’l laccio glihauria tolto dal collo
     La giuſtitia di Dio fa e’ hora inſermo
     S’ e ritrouato, & aiutar non puollo:
     E quado il ſeppe era giá il fatto occorſo
     Si che reſto Brunel ſenza ſoccorſo.

 [10]
In tanto Bradamante iua accuſando
     Che coſi lunghi ſian quei venti giorni
     Liquai ſiniti, il termine era, quando
     A lei Ruggiero & alla fede torni:
     A chi aſpetta di carcere, o di bando
     Vſcir, no par che’l tèpo piú ſoggiorni
     A dargli libertade, o de l’amata
     Patria, viſta gioconda e diſiata,

 [11]
In quel duro aſpettare ella taluolta
     Penſa ch’Etho e Pyroo ſia fatto zoppo:
     O ſia la ruota guaita, ch’a dar volta
     Le par che tardi oltr’ all’uſato troppo,
     Piú lungo di ql giorno a cui per molta
     Fede nel cielo il giuſto Hebreo ſé itoppo
     Piú de la notte ch’Hercole produſſe
     Parca lei ch’ogni notte ogni di ſuſſe.