Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/443


 [100]
Ma ben ti priego che prima che ſia
     Pugna tra noi, che pianamente intenda
     La giuſtiffima e vera ſcufa mia:
     Accio ch’a torto piú non mi riprenda,
     E poi Baiardo al termine di pria
     Tra noi vorrò ch’a piedi ſi contenda,
     Da ſolo a ſolo in ſolitario Iato:
     Si come a punto ſu da te ordinato.

 [101]
Era corteſe il Re di Sericana
     Come ogni cor magnanimo eſſer ſuole:
     Et e contento vdir la coſa piana
     E come il Paladin ſcuſar ſi vuole:
     Con lui ne viene in ripa alla ſiumana
     Oue Rinaldo in ſemplici parole
     Alla ſu a vera hiſtoria traſſe il velo:
     E chiamo í teſtimonio tutto’l cielo,

 [102]
E poi chiamar fece il ſigliuol di Buouo.
     l’huom che di qſto era íformato a pieno
     Ch’ a parte a parte replico di nuouo
     l’incanto ſuo, ne diſſe piú ne meno,
     Soggiflſe poi Rinaldo, ciò ch’io prouo
     Col teſtimonio, io vo che l’arme ſieno
     Che hora e in ogni tempo che ti piace
     Te n’ habbiano a far proua piú verace.

 [103]
TI Re Gradaſſo che laſciar non volle
     Per la feconda la querela prima,
     Le ſcuſe di Rinaldo in pace tolle:
     Ma ſé ſon vere o falſe in dubbio ſtima,
     Non tolgon campo piú fu’l lito molle
     Di Rarcelona, oue lo tolſer prima,
     Ma s’accordaro per l’altra matina
     Trouarfi a vna ſontana indi vicina.

 [104]
Oue Rinaldo ſeco habbia il cauallo
     Che poſto ſia communemente in mezo:
     Se’l Re vecide Rinaldo o il fa vaſſallo
     Se ne pigli il deſtrier fenz’ altro mezo,
     Ma ſé Gradaſſo e quel che faccia fallo
     Che ſia condotto all’ultimo ribrezo:
     O per piú non poter che gli ſi renda
     Da lui Rinaldo Durindana prenda.

 [105]
Con marauiglia molta, e piú dolore
     (Coe v’ ho detto) hauea Rinaldo vdito
     Da Fiordiligi bella, ch’era ſuore
     De l’intelletto il ſuo cugino vſcito,
     Hauea de l’arme inteſo ancho il tenore
     E del litigio che n’era ſeguito,
     E ch’in ſomma Gradaſſo hauea ql brado
     Ch’omo di mille, e mille palme Orlado.

 [106]
Poi che ſuron d’ accordo, ritornoſſe
     Il Re Gradaſſo, a i ſeruitori ſui:
     Ben che dal Paladin pregato foſſe
     Che neveniſſe ad alloggiar con lui,
     Come ſu giorno il Re pagano armoſſe
     Coſi Rinaldo, e giunſero ambedui
     Oue douea non lungi alla ſontana
     Combatterli Baiardo e Durindana.

 [107]
De la battaglia che Rinaldo hauere
     Con Gradaſſo douea da ſolo a ſolo
     Parean gli amici ſuoi tutti temere:
     E inanzi il caſo ne faceano il duolo,
     Molto ardir, molta ſorza, alto ſapere,
     Hauea Gradaſſo, & hor che del ſigliuolo
     Del gran Milone hauea la ſpada al ſisco
     Di timor per Rinaldo era ognun bianco.