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ORLANDO FVRIOSO
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Fu ne la donna ogni allegrezza ſpenta
Quando prigion vide il ſuo amante gire:
Ma di queſto pur meglio ſi contenta
Che di vederlo nel fiume perire,
Di ſé ſteffa e non d’altri ſi lamenta
Che ſu cagion di farlo iui venire:
Per hauerli narrato e’ hauea il Conte
Riconoſciuto al periglioſo ponte.
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Quindi ſi parte hauèdo giá cOcetto
Di menami Rinaldo paladino:
O il Seluaggio Guidone, o Sanſonetto
O altri de la corte di Pipino,
In acqua e in terra cauallier perfetto
Da poter contrattar col Saracino,
Se non piú ſorte: almen piú fortunato
Che Brandimarte ſuo non era ſtato.
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Va molti giorni prima che s’ abbatta
In alcun cauallier e’ habbia ſembiante
D’ eſſer come lo vuol, perche combatta
Col Saracino, e liberi il ſuo amante:
Dopo molto cercar di perſona atta
Al ſuo biſogno, vn le vien pur auante
Che fopraueſta hauea ricca & ornata
A tronchi di cypreſſi ricamata.
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Chi coſtui foſſe altroue ho da narrarui
Che prima ritornar voglio a Parigi,
E de la gran ſconſitta ſeguitarui
Ch’a Mori die Rinaldo e Malagigi:
Quei che ſuggirò io non ſaprei contarui
Ne quei che fur cacciati a i ſiumi ſtygi:
Leuo a Turpino il conto l’aria oſcura
Che di contarli s’ hauea preſo cura.
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Nel primo ſonno dentro al padiglione
Dormia Agramate, e u cauallier lo deſta
Dicendogli che ſia fatto prigione
Se la ſuga non e via piú che preſta:
Guarda il Re intorno, e la cofſuſione
Vede de i ſuoi, che van ſenza far teſta
Chi qua: chi la ſuggendo inermi e nudi
Che non han tèpo di pur tor gli feudi.
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Tutto confuſo e priuo di conſiglio
Si facea porre indoſſo la corazza:
Quado con Falſiron vi giunſe il figlio.
Grandonio e Balugante, e quella razza:
E al Re Agramante moſtrano il periglio
Di reſtar morto o pſo in quella piazza:
E che può dir ſé ſalua la perſona
Che Fortuna gli ſia propitia e buona.
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Coſi Marſilio, e coſi il buon Sobrino:
E coſi dicon glialtri ad vna voce:
Ch’a ſua diſtruttion tanto e vicino
Quanto a Rinaldo, ilqual ne vien veloce
Che s’ aſpetta che giunga il Paladino
Con tata gente, e vn’ huom tanto feroce
Render certo ſi può ch’egli fuo’ amici
Rimarran morti o in man de gli nimici.
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Ma ridur ſi può in Arli, o ſia í Narbona
Con qlla poca gente e’ ha d’ intorno,
Che l’una e l’altra terra e. ſorte e buona
Da mantener la guerra piú d’ un giorno,
E quando ſalua ſia la ſua perſona
Si potrá vendicar di queſto ſcorno:
Rifacendo l’eſercito in vn tratto
Onde al ſin Carlo ne fará diffatto.