[38]
Dentro letto vi fan tenere herbette
Ch’inuitano a poſar chi ſ’appreſenta:
La bella dōna in mezzo a quel ſi mette
Iui ſi corca, & iui s’addormenta:
Ma nō per lungo ſpatio coſi ſtette
Che vn calpeſtio le par che venir ſenta:
Cheta ſi leua, e appreſſo alla riuiera
Vede ch’armato vn Cauallier giunt’era
[39]
Segli e amico o nemico non comprende
Tema e ſperāza il dubbio cuor le ſcuote
E di quella auentura il fine attende
Ne pur d’un ſol ſoſpir l’aria percuote:
Il caualliero in riua al fiume ſcende
Sopra l’un braccio a ripoſar le gote:
E in ſuo gran penſier tanto penetra
Che par cangiato in inſenſibil pietra.
[40]
Penſoſo più d’un’hora a capo baſſo
Stette Signore il cauallier dolente:
Poi comincio cō ſuono afflitto e laſſo
A lamentarſi ſi ſoauemente:
C’haurebbe di pieta ſpezzato vn ſaſſo:
Vna tygre crudel fatta clemente
Soſpirando piangea, tal ch’un ruſcello
Pareā le guācie, e’l petto vn Mōgibello.
[41]
Pēſier (dicea) ch’l cor m’agghiacci & ardi
E cauſi il duol che ſempre il rode e lima,
Che debbo far? poi ch’io ſon giūto tardi
E ch’altri a corre il frutto e ādato prima,
A pena hauuto io n’ho parole e ſguardi
Ed altri n’ha tutta la ſpoglia opima:
Se non ne tocca a me frutto ne fiore
Perche affligger p lei mi vuo’ più il core?
[42]
La verginella e ſimile alla roſa
Ch’in bel giardin’ſu la natiua ſpina
Mentre ſola e ſicura ſi ripoſa
Ne gregge ne paſtor ſe le auuicina:
L’aura ſoaue, e l’alba rugiadoſa
L’acqua, la terra al ſuo fauor s’inchina:
Gioueni vaghi e donne inamorate
Amano hauerne, e ſeni, e tempie, ornate.
[43]
Ma nō ſi toſto dal materno ſtelo
Rimoſſa viene, e dal ſuo ceppo verde
Che quāto hauea dagli huoī e dal cielo
Fauor gratia e bellezza tutto perde,
La vergine che’l fior, di che più zelo
Che de begliocchi, e de la vita, hauer de
Laſcia altrui corre, il p̄gio c’hauea ināti
Perde nel cor di tutti glialtri amanti.
[44]
Sia vile a glialtri, e da quel ſolo amata
A cui di ſe fece ſi larga copia
Ah Fortuna crudel Fortuna ingrata
Triōphan glialtri, e ne moro io d’inopia:
Dūqꝫ eſſer puo che non mi ſia più grata?
Dunqꝫ io poſſo laſciar mia vita propia?
Ah più toſto hoggi manchino i di miei
Ch’io viua piu, s’amar non debbo lei.
[45]
Se mi domanda alcun chi coſtui ſia
Che verſa ſopra il rio lachryme tante
Io diro ch’egli e il Re di Circaſſia:
Quel d’amor trauagliato Sacripante:
Io diro anchor che di ſua pena ria
Sia prima e ſola cauſa eſſere amante,
E pur’vn de gli amanti di coſtei
E ben riconoſciuto fu da lei.