Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/434


 [28]
Il guerrier peregrin conobbe quello
Eſſer Rinaldo che venia con eſſo:
Che prima che giungeſſero all’hoſtello
Venuto a caſo era a nomar ſé ſteffo,
E perche l’un de l’altro era fratello
Si ſentir dentro di dolcezza oppreſſo:
E di pietoſo affetto tocco il core:
E lachrymar per gaudio e per amore.

 [29]
Queſto guerriero era Guidon ſeluaggio,
     Che dianzi con Marphiſa e Sanſonetto
     E ſigli d’Oliuier, molto viaggio
     Hauea fatto per mar come v’ho detto,
     Di non veder piú toſto il ſuo lignaggio
     Il fellon Pinabel gli hauea interdetto,
     Hauendol preſo, e abada poi tenuto
     Alla difeſa del ſuo rio ſtatuto.

 [30]
Guidon che queſto eſſer Rinaldo vdio
     Famoſo fopra ogni famoſo duce:
     C’hauuto hauea piú di veder diſio
     Che non ha il cieco la perduta luce,
     Co molto gaudio diſſe, o Signor mio
     Qua] Fortuna a combatter mi conduce
     Co voi? che lúgaméte ho amato & amo?
     E fopra tutto il mondo honorar bramo.

 [31]
Mi partorí Coſtanza ne le eſtreme
     Ripe del mar Eufino, io ſon Guidone,
     Concetto de lo Illuſtre inclyto ſeme
     Come áchor voi del generoſo Amone,
     Di voi vedere, e glialtri noſtri inſieme
     Il deſiderio e del venir cagione,
     E doue mia intention ſu d’honorarui
     Mi veggo eſſer venuto a ingiuriami.

 [32]
Ma ſcufimi apo voi d’ un error tanto
     Ch’io nò ho voi ne glialtri conoſciuto:
     E s’emendar ſi può ditemi quanto
     Far debbo, ch’in ciò far nulla riſiuto:
     Poi che ſi ſu da qſto e da quel canto
     De compleſſi iterati al ſin venuto:
     Riſpoſe a lui Rinaldo, non vi caglia
     Meco feufarui piú de la battaglia.

 [33]
Che per certificarne che voi ſete
     Di noſtra antiqua ſtirpe vn vero ramo,
     Dar miglior teſtimonio non potete
     Che’l gra valor ch’in voi chiaro puiamo
     Se piú paciſiche erano e quiete
     Voſtre maniere, mal vi credeuamo
     Che la Dama non genera il Leone
     Ne le Colombe, l’Aquila, o il Falcone.

 [34]
Non per andar di ragionar laſciando
     Non di ſeguir per ragionar lor via
     Venero a i padiglioni, oue narrando
     Il buon Rinaldo alla ſua compagnia
     Che queſto era Guidon che diſiando
     Veder, tanto aſpettato haueano pria,
     Molto gaudio apporto ne le ſue ſquadre
     E parue a tutti aſſimigliarſi al padre.

 [35]
Non diro l’accoglienze che gli fero
     Alardo, Ricciardetto, e glialtri dui:
     Che gli fece Viuiano, & Aldigiero,
     E Malagigi, ſrati, e cugin ſui
     Ch’ ogni ſignor gli fece e caualliero,
     Ciò che gli diſſe a loro, & eſſi a lui
     Ma vi concluderò che ſinalmente
     Fu ben veduto da tutta la gente.