Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/426


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Taglionne quato ella ne preſe, e inſieme
     Laſcio ferito il Tartaro nel ſianco
     Che’l ciel beſtèmia, e di tant’ ira ſreme
     Che’l tempeſtofo mare e horribil maco,
     Hor s’apparecchia apor le ſorze eſtreme
     Lo ſcudo oue in azurro e l’Augel biáco
     Vinto da ſdegno ſi gitto lontano
     E meſſe al brando e Puna e l’altra mano.

 [61]
Ah (diſſe a lui Ruggier) ſenza piú baſti
     A moſtrar che non merti qlla inſegna,
     C’hor tu la getti, e dianzi la tagliaſti:
     Ne potrai dir mai piú che ti conuegna,
     Coſi dicendo ſorza e che gli attaſti
     Con quanta ſuria Durindana vegna
     Che ſi gli graua, e ſi gli peſa in ſronte
     Che piú leggier potea caderui vn mote.

 [62]
E per mezo gli fende la viſiera,
     Buon per lui che dal viſo ſi difeoſta,
     Poi calo ſu P arcion che ferrato era
     Ne lo difeſe hauerne doppia croſta,
     Giunſe al ſin ſu l’arnefe, e come cera
     l’aperſe con la ſalda foprapoſta:
     E feri grauemente ne la coſcia
     Ruggier, ſi ch’assai ſtette a guarir poſcia

 [63]
De l’un come de l’altro fatte roſſe
     Il ſangue l’arme hauea con doppia riga,
     Tal che diuerſo era il parer chi foſſe
     Di lor e’ haueſſe il meglio in qlla briga:
     Ma ql dubbio Ruggier toſto rimoſſe
     Con la ſpada che tanti ne caſtiga
     Mena di punta, e drizza il colpo crudo
     Onde gittato hauea colui lo ſcudo.

 [64]
Fora de la corazza il lato manco
     E di venire al cor troua la ſtrada:
     Ch gli entra piú d’ un palmo fopra il fiáco
     Si che conuien che Mandricardo cada
     D’ogni ragion che può ne P augel biaco
     O che può hauer nela famoſa ſpada:
     E da la cara vita cada inſieme:
     Che piú che ſpada e ſcudo assai gli pme.

 [65]
Non mori ql meſchin ſenza vendetta
     Ch’a quel medeſmo tépo che ſu colto:
     La ſpada poco ſua, meno di fretta
     Et a Ruggier hauria partito il volto,
     Se giá Ruggier no gli haueſſe intercetta
     Prima la ſorza, e assai del vigor tolto,
     Di ſorza e di vigor troppo gli tolſe
     Diazi ch ſotto il deſtro braccio il colſe.

 [66]
Da Mandricardo ſu Ruggier percoſſo
     Nel punto ch’egli a lui tolſe la vita:
     Tal ch’u cerchio di ferro ácho ch graſſo
     E vna cuffia d’acciar ne ſu partita,
     Durindana taglio cotenna & oſſo
     E nel capo a Ruggiero entro dua dita:
     Ruggier ſtordito in terra ſi riuerſa
     E di ſangue vn ruſcel dal capo verſa.

 [67]
Il primo ſu Ruggier ch’andò per terra
     E di poi ſtette l’altro a cader tanto
     Che quaſi crede ognun che de la guerra
     Riporti Mandricardo il pregio e il váto,
     E Doralice ſua che con glialtri erra
     E che quel di piú volte ha riſo e pianto,
     Dio ringratio con mani al ciel fupine
     Ch’ aueſſe hauuta la pugna tal ſine.