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Di trarla, ancho che morta, non rimaſe
Continoando il corſo ad occidente:
E tutta via ſaccheggia ville e caſe
Se biſogno di cibo hauer ſi ſente,
E ſrutte e carne e pa pur ch’egli in vaſe
Rapiſce & vſa ſorza ad ogni gente:
Qual laſcia morto, e qual ſtorpiato laſſa
Poco ſi ferma e ſempre inanzi paſſa.
[73]
Haurebbe coſi fatto o poco manco
Alla ſua donna: ſé non s’aſcondea
Perche non diſcernea il nero dal bianco
E di giouar nocendo ſi credea:
Deh maledetto ſia l’annello, & ancho
Il cauallier che dato le l’hauea
Che ſé non era, haurebbe Orlando fatto
Di ſé vendetta, e di mill’altri, a vn tratto.
[74]
Ne queſta ſola, ma foſſer pur ſtate
In man d’Orlando quate hoggi ne ſono:
Ch’ad ogni modo tutte ſono ingrate
Ne ſi troua tra loro oncia di buono:
Ma prima che le chorde rallentate
Al canto diſugual rendano il ſuono,
Fia meglio differirlo a vn’altra volta:
Accio raen ſia noioſo a chi l’aſcolta.
CANTO XXX
[1]
V/ Si laſcia la ragion, ne ſi difende:
E che’l cieco furor ſi inanzi tira
O mano, o lingua che gliamici oſſende:
Se ben dipoi ſi piange e ſi ſoſpira
Non e per queſto che l’error s’emende:
Laſſo io mi doglio e affligo I van, di qjto
Diſſi per ira al ſin de l’altro canto.
[2]
Ma ſimile ſon fatto ad vno inſermo
Che dopo molta patientia e molta
Quado 9tra il dolor nò ha piū ſchermo
Cede alla rabbia, e a beſtemmiar ſivolta,
Manca il dolor, ne l’impeto ſta fermo
Che la lingua al dir mal facea ſi ſciolta,
E ſi rauuede e pente, e n’ha diſpetto
Ma ql e’ ha detto non può far non detto.
[3]
Ben ſpero donne in voſtra corteſia
Hauer davoi pdo poi ch’iovel chieggio
Voi ſcuſarete che per ſreneſia
Vinto da l’aſpra paſſion, vaneggio,
Date la colpa alla nimica mia
Ch mi fa ſtar ch’io no potrei ſtar peggio,
E mi fa dir quel, di ch’io ſon poi gramo
Sallo Idio s’ella ha il torto, eſſa s’io l’amo