Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/406


 [80]
Conoſcete alcun voi, che non laſciaffe
     La moglie ſola, anchor che foſſe bella:
     Per ſeguire altra donna, ſé ſperaffe
     In breue e facilmente ottener quella?
     Che farebbe egli quando lo pregaſſe
     O deſſe premio a lui donna o donzella?
     Credo per compiacere hor qſte hor qlle
     Che tutti laſciaremmoui la pelle.

 [81]
Quelle che i lor mariti hanno laſciati
     Le piú volte cagione hauuta n’hanno,
     Del ſuo di caſa li veggon ſuogliati
     E che ſuor de l’altrui bramoſi vanno,
     Douriano amar volendo eſſere amati
     E tor con la miſura ch’allor danno,
     Io farei (ſé a me ſteſſe il darla e torre)
     Tal legge, e’ huo nò vi potrebbe opporre

 [82]
Saria la legge ch’ogni donna colta
     In adulterio, foſſe meſſa a morte,
     Se prouar non poteſſe ch’una volta
     Haueſſe adulterato il ſuo conſorte,
     Se puar lo poteſſe, andrebbe aſciolta:
     Ne temeria il marito ne la corte,
     Chriſto ha laſciato ne i precetti ſuoi
     NO far altrui quel che patir non vuoi.

 [83]
La incontinenza e quanto mal ſi puote
     Imputar lor, non giá a tutto lo ſtuolo
     Ma in qſto chi ha di noi piú brutte note i
     Che continente non ſi troua vn ſolo:
     E molto piú n’ ha ad arroſſir le gote
     Quado beſtemmia, ladroneccio, dolo
     Vfura, & homicidio, e ſé v’ e peggio
     Raro ſé non da gli huomini far veggio.

 [84]
Appretto alle ragioni hauea il lincerò
     E giuſto vecchio in proto alcúo eſempio
     Di donne, che ne in fatto ne in penderò
     Mai di lor caſtita patiron ſcempio,
     Ma il Saracin che ſuggia vdire il vero
     Lo minaccio con viſo crudo & empio
     Si che lo fece per timor tacere:
     Ma giá non lo muto di ſuo parere.

 [85]
Poſto c’hebbe alle liti e alle conteſe
     Termine il Re Pagan, laſcio la menſa,
     Indi nel letto per dormir ſi ſtefe
     Fin’ al partir de l’aria ſcura e denſa,
     Ma de la notte a ſoſpirar l’offefe
     Piú de la donna, ch’a dormir diſpenfa:
     Quindi parte all’uſcir del nuouo raggio
     E far diſegna in naue il ſuo viaggio.

 [86]
Perho e’ hauendo tutto quel riſpetto
     Ch’ a buon cauallo dee buon caualliero
     A quel ſuo bello e buono, ch’a diſpetto
     Tenea di Sacripante e di Ruggiero,
     Vedendo per duo giorni hauerlo ſtretto
     Piú che non ſi douria ſi buon deſtriero,
     Lo pon per ripofarlo: e lo raffetta
     In vna barca, e per andar piú in fretta.

 [87]
Senza idugio al Nocchier varar la barca
     E dar fa i remi all’acqua da la ſponda.
     Quella non molto grande: e poco carca
     Se ne va per la Sonna giú a feconda,
     Non ſugge il ſuo penſier: ne ſé ne ſcarca
     Rodomonte per terra ne per onda:
     Lo troua in ſu la proda, e in ſu la poppa:
     E ſé caualca il porta dietro in groppa.