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Se da Iocondo il Re bramaua vdire
Onde veniſſe il ſubito conſorto,
Non men Iocondo lo bramaua dire
E fare il Re di tanta ingiuria accorto,
Ma non vorria che piú di ſé punire
Voleſſe il Re la moglie di quel torto,
Si che per dirlo e non far danno a lei
Il Re fece giurar ſu PAgnufdei.
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Giurar lo ſé, che ne per coſa detta
Ne che gli ſia moſtrata che gli ſpiaccia:
Anchor ch’egli conoſca che diretta-
Mente a ſua maeſta danno ſi faccia,
Tardi o per tempo mai fará vendetta,
E di piú vuole anchor che ſé ne taccia
Si che ne il malſattor giamai comprenda
In fatto o in detto, che’l Re il caſo inteda.
[42]
Il Re ch’ognaltra coſa ſé non queſta
Creder potria, gli giuro largamente,
Iocondo la cagion gli manifeſta
Ond’era molti di ſtato dolente,
Perche trouata hauea la dishoneſta
Sua moglie, I braccio d’u ſuo vii ſergète:
E che tal pena al ſin l’haurebbe morto
Se tardato a venir foſſe il conſorto.
[43]
Ma in caſa di ſua altezza hauea veduto
Coſa, che molto gli ſcemaua il duolo:
Che ſé bene in obbrobrio era caduto
Era almen certo di non v’ eſſer ſolo:
Coſi dicendo, e al bucolin venuto
Gli dimoſtro il bruttiſſimo homiciuolo
Che la giumenta altrui ſotto ſi tiene
Tocca di ſproni e fa giuocar di ſchene.
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Se panie al Re vituperoso l’atto
Lo crederete ben ſenza ch’io’l giuri,
Ne ſu per arrabbiar, per venir matto
Ne ſu per dar del capo in tutti i muri,
Fu per gridar, ſu per non ſtare al patto,
Ma ſorza e che la bocca al ſin ſi turi,
E che l’ira trangugi amara & aera
Poi che giurato hauea ſu l’hoſtia ſacra.
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Che debbo far che mi conſigli ſrate?
(Diſſe a Iocondo) poi che tu mi tolli
Che con degna vendetta e crudeltade
Queſta giuſtiffima ira io non ſatolli ?
Laſcian (diſſe Iocondo) queſte ingrate
E punii. ini ſé ſon l’altre coſi molli:
Faccian de le lor femine ad altrui
Quel ch’altri de le noſtre han fatto a nui
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Ambi gioueni ſiamo, e di bellezza
Che facilmente non trouiamo pari,
Qual femina fará che n’ufi aſprezza
Se cètra i brutti anchor non han ripari?
Se beltá non varrá ne giouinezza:
Varrane almen l’hauer con noi danari,
Non vo che torni che non babbi prima
Di mille moglie altrui la ſpoglia opima.
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I.a lunga abſentia, il veder vari luoghi
Praticare altre femine di ſuore,
Par che ſouente diſacerbi e sfoghi
De l’amoroſe paſſioni, il core,
Lauda il parer, ne vuol che ſi proroghi
Il Re l’andata, e ſra pochiſſime hore
Co duo feudieri oltre alla compagnia
Del cauallier Roman, ſi mette in via.